Qui Casale – Far luce sul “Metz Yeghern”
Non è così strano parlare della strage degli armeni all’ombra di una sinagoga. Lo ha spiegato bene Ugo Volli presentando il volume il “Genocidio Infinito” insieme a due curatori dell’opera, Martina Corgnati e Vasken Berberian, in Comunità.
C’è ovviamente un’affinità dovuta al destino di due popoli, perseguitati unicamente per fede e appartenenza culturale e c’è il negazionismo, attivo in modo persino “ufficiale” nei confronti della strage in Anatolia che rimane un monito per vigilare sul mantenimento della memoria storica. Però è importante notare che già subito dopo la strage compiuta dal 1915 al 1916 sia scattata la solidarietà degli ebrei, con l’intervento di importanti personalità di allora e che ancora oggi lo Stato di Israele sia tra i più attivi nel chiedere il riconoscimento ufficiale della verità. E perché no? In fondo, ancora prima che per l’appartenenza a un gruppo, tutte le stragi dovrebbero indignarci in primo luogo perchè compiute da uomini verso uomini.
Il volume edito da Guerini contiene nove contributi da parte di altrettanti studiosi italiani di diversa formazione: oltre a semiologi come Ugo Volli, ci sono storici dell’arte come Martina Corgnati, scrittori e registi come Vasken Berberian, psicanalisti e psichiati, studiosi di geopolitica e naturalmente storici. Una lettura utile per andare alle radici del “Metz Yeghern” il grande crimine come è chiamato dagli armeni e per andare alle radici di tutti quei crimini contro l’umanità che vogliono essere ascoltati.
Alberto Angelino
(19 maggio 2015)