Maccabi, i nomi della Memoria
Ogni atleta, sulla propria maglia, porterà il nome di uno sportivo inghiottito dalla Shoah.
Dal pugile romano Leone Efrati, che nel ’38 fu vicino alla cintura mondiale dei pesi piuma, al collega tunisino Victor Perez, campione di categoria nel ’31. Dal ginnasta tedesco Gustav Flatow, medaglia d’oro nei primi Giochi olimpici dell’era moderna, al calciatore statunitense Eddy Hamel, vecchia gloria dell’Ajax Anni Venti.
Così sfilerà la delegazione italiana protagonista della 14esima edizione dei Giochi europei del Maccabi, di cui questa sera si celebrerà la solenne cerimonia di apertura alla presenza del presidente federale tedesco Joachim Gauck.
Una scelta altamente simbolica, in un contesto (non solo sportivo) carico di significati e ricorsi storici. “Siamo orgogliosi – ci ha spiegato Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia – non è evidentemente un torneo come altri. L’ebraismo europeo che si dà appuntamento a Berlino, quattro anni dopo essersi ritrovato a Vienna. È chiaro che tutto questo ha un valore simbolico straordinario”.
La delegazione, che si compone di una settantina di elementi, competerà tra gli altri nel calcetto, nella pallanuoto, nel tennis, nel golf, nel triathlon e nella mezza maratona. Ad accogliere gli Azzurri anche il consigliere UCEI Claudia De Benedetti, dirigente europeo del Maccabi.
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(28 luglio 2015)