Renato Zangheri (1925-2015)
“Un uomo giusto e sensibile, simbolo del dialogo fra diverse opinioni sia politiche che religiose”. Così la Comunità ebraica bolognese nel rendere omaggio alla memoria di Renato Zangheri, primo cittadino del capoluogo emiliano negli anni del terrorismo.
Dall’Italicus a San Benedetto Val di Sambro, dall’uccisione di Francesco Lorusso alla strage alla stazione ferroviaria appena commemorata. L’impatto decisivo che Zangheri ebbe in quegli anni è stato ricordato ai massimi livelli. Un pensiero è così arrivato, tra gli altri, dal capo dello Stato Sergio Mattarella, dall’ex presidente Giorgio Napolitano e dal premier Matteo Renzi (che ha definito Zangheri un “uomo retto e diretto, simbolo di una stagione difficile e di una risposta ferma e civile al terrore”).
“Quando condannò in piazza Maggiore l’atto terroristico contro l’Italicus rappresentò l’Italia intera e così pure quando dimostrò alla nostra Comunità la solidarietà cittadina dopo l’attentato terroristico alla sinagoga di Roma”, si legge nella nota diffusa della Comunità ebraica. Nota in cui si ricorda come Zangheri affermò di “sentirsi onorato della compagnia” quando scrisse anche il suo nome sulla lapide per i deportati ebrei che da Bologna furono inviati ai campi di sterminio.
La Comunità di sice così “onorata” di averlo avuto come amico e lo ricorda “come un vero pacifista, attento ai diritti di tutti gli esseri umani”.
a.s twitter @asmulevichmoked
(9 agosto 2015)