Ticketless – Post scriptum
Il Ticketless di due settimane fa, su Dante e gli ebrei, ha suscitato reazioni numerose, come non capitava da tempo. Mi rallegro perché il silenzio dei lettori cominciava a preoccuparmi.
Qualcuno, giustamente, mi ha fatto osservare che la Giornata Europea della Cultura Ebraica avrà come filo conduttore la parola Ponte-Bridge. A Firenze c’è il Ponte Vecchio, ma Firenze è stata anche la culla di una rivista, “Il ponte”, ad alta tensione intellettuale per le sue pagine ebraiche (ricordo il n. monografico su Israele negli anni Cinquanta e quello sulle leggi razziali, nel 1978!, quando nessuno se ne occupava). Devo poi fare autocritica. Non è del tutto vero ciò che scrivevo. Qualcuno ancora si occupa del rapporto di Dante con l’ebraismo. Mi corre l’obbligo di segnalare un articolo, che non conoscevo.
Lo ha scritto uno dei giovani storici più brillanti, Asher Salah, fiorentino d’origine, oggi docente a Tel Aviv: “A Matter of Quotation: Dante and Literary Identity of Jews in Italy” (in “The Italian Judaica Jubilee Conference”, ed. Shlomo Simonsohn-Joseph Shatzmiller, Leider-Boston 2013, pp. 167 ss.). L’autore mi fa notare, con legittimo orgoglio, che all’alba del nuovo millennio qualche studioso di cose ebraiche sa accettare la sfida. Potrei obiettare che Salah non è un rav: la mia osservazione riguardava infatti la riluttanza dei rabbini odierni ad attraversare i ponti. Ultimissimo addendum, sempre a proposito di fiorentini, anzi di fiorentine. Negli scorsi giorni, s’è appreso della nomina di Fiamma Nirenstein all’ambasciata d’Israele di Roma. Insieme alla notizia mi è giunto l’ultimo fascicolo della “Rassegna mensile di Israel”, dove il lettore potrà osservare la copertina della (non recentissima) traduzione ebraica della Commedia. Non so quante copie esistano di questa traduzione, ma per la neo-ambasciatrice avrei in serbo un consiglio. Fare dono di questo libro ai suoi più stretti e più giovani collaboratori israeliani e vedere l’effetto che fa.
Alberto Cavaglion
(26 agosto 2015)