Alberto Sed, l’omaggio del Quirinale:
“Tu un eroe della nuova Italia”

alberto sedAnche il Testimone della Shoah Alberto Sed tra i 18 cittadini italiani e stranieri (“gli eroi della nuova Italia”) insigniti in queste ore dell’onorificenza al merito della Repubblica dal capo dello Stato Sergio Mattarella.

Nato a Roma nel 1928, Sed sfugge miracolosamente al rastrellamento del 16 ottobre ’43 ma viene catturato alcuni mesi dopo dalla polizia fascista insieme ai familiari. La prima destinazione del loro inferno è Fossoli, preludio al trasferimento ad Auschwitz. All’arrivo, il 23 maggio del ’44 la madre e una sorella sono subito uccise. Alberto supera invece la selezione e inizia la propria prigionia nel lager, che si svolgerà tra atroci sofferenze per concludersi quasi un anno dopo (aprile ’45) con l’apertura dei cancelli di Dora-Mittelbau.

La memoria di quei mesi terribili è stata affidata a un recente scritto – “Sono stato un numero. Alberto Sed racconta”, curato da Roberto Riccardi e pubblicato nel 2009 da Giuntina – oltre a un’assidua opera di sensibilizzazione con i più giovani.

Ho avuto grandi soddisfazioni dal mio libro e dall’incontro con i ragazzi. Per me era inimmaginabile che, trascorsi tanti anni fuori da Auschwitz, mi facessero vivere questa rivincita. Una bellissima rivincita sul male” ha spiegato Sed in una recente intervista. 

“Alberto è la memoria del più grande abominio che la Storia abbia conosciuto. È l’ebraismo che vive e continua a vivere nonostante i tentativi di sterminio del popolo ebraico. Vederlo premiato dal presidente della Repubblica in questi giorni, alla vigilia dell’anniversario del rastrellamento del 16 ottobre 1943, mi commuove” dichiara la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. 

Questa la motivazione del riconoscimento diffusa dal Quirinale: “Ex deportato, per il contributo che, come testimone dell’olocausto, instancabilmente offre attraverso incontri nelle carceri e nelle scuole. Deportato a 16 anni, insieme alla sua famiglia, ad Auschwitz dove ha visto morire la madre e le sorelle. Oggi offre, presso carceri e scuole, la sua preziosa testimonianza”.

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(10 ottobre 2015)