eredità…

Motivi personali e motivi nazionali mi hanno spinto in questi giorni a pensare al senso delle eredità. Cosa ereditiamo dai nostri padri? Ereditiamo le loro speranze? Le loro aspettative? Ereditiamo i loro rancori? I loro egoismi? E cosa dobbiamo riscattare per noi e cosa dobbiamo ricevere in maniera automatica? Dove inizia la nostra autonomia e dove finisce il peso ereditario dei pensieri e delle opinioni? I “padri” sono un limite o una partenza? E pensare da soli è un tradimento verso i padri o una benedizione verso quelli che tra loro ci hanno insegnato a farlo? Viene in mente un passaggio dei Pirkè Avot, 2,12: “Rabbi Yosè diceva: “Ti sia caro il denaro del tuo compagno quanto il tuo e predisponiti a studiare la Torà perché essa non ti viene data in eredità e tutte le tue azioni siano per fini religiosi (leshem shammaim)”. La Torà, come il sapere, come la conoscenza, come la coscienza, come il discernimento non sono beni che si possono ereditare. Ditelo al professore e storico Benzion Netanyahu, che riposi in pace.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(23 ottobre 2015)