Sicurezza

annasegreD’ora in poi la porta della scuola si chiuderà poco dopo l’inizio della prima ora e dopo si potrà entrare solo suonando il campanello. Questa volta dai ragazzi non arrivano il borbottio e il sarcasmo che normalmente accompagnano le circolari del preside: le ragioni di questa nuova disposizione sono evidenti e nessuno ha troppa voglia di scherzarci sopra. Finora l’attenzione alla sicurezza sembrava una delle tante peculiarità che distinguono il mondo ebraico, e a volte ho avuto la sensazione che dall’esterno fosse percepita come una delle nostre solite bizzarrie, come la casherut o lo Shabbat. Oggi non siamo più soli in queste preoccupazioni, ma naturalmente non è affatto una buona notizia.
La sicurezza impone disciplina. Finora nella mia scuola c’era chi entrava cinque, dieci, quindici minuti dopo l’inizio della lezione. E il preside ha approfittato della necessità di chiudere la scuola per ragioni di sicurezza per dare una stretta sulle regole relative ai ritardi. Giustamente: arrivare abitualmente in ritardo è una mancanza di rispetto nei confronti degli insegnanti e dei compagni e imparare la puntualità ha un innegabile valore educativo.
È triste, però, essere obbligati a fare una cosa giusta per ragioni che preferiremmo non esistessero.

Anna Segre, insegnante

(27 novembre 2015)