Il nuovo libro di Maurizio Molinari
Noi e il nemico che cambia

IMG_20151202_195259_edit“C’è un legame diretto tra quanto sta succedendo sul lato sud del Mediterraneo e i pericoli per la nostra sicurezza collettiva
Questa la tesi espressa da Maurizio Molinari, corrispondente da Gerusalemme e prossimo direttore del quotidiano La Stampa, nel suo nuovo libro
“Jihad – Guerra all’Occidente” presentato ieri a Roma alla Residenza di Ripetta. Molteplici gli spunti di riflessione emersi nel corso della serata, cui sono intervenuti anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e la giornalista Lucia Annunziata, moderati da Eric Jozsef, corrispondente da Roma per il giornale francese Libération.
Alla base dell’attuale instabilità dello scacchiere mediorientale vi è secondo Molinari il “disegno apocalittico di al-Baghdadi, attorno al quale ruotano le sfide fra due rivoluzioni islamiche” e molti altri conflitti più piccoli nati al fine ottenere il controllo sulla regione e le sue risorse. Quello da lui descritto nel libro è dunque un “nido di vipere” secondo Lucia Annunziata, che ha più volte parlato di “terza guerra mondiale, con un pericolo per l’Occidente ma non limitato solo all’Occidente”. Immediato il riferimento alla strage di Parigi, subito proposto da Jozsef, che secondo l’autore dimostra che l’Europa può essere “invasa e diventare teatro di combattimento” di una guerra che si ritrova “sull’uscio di casa”. “I gruppi jihadisti e salafiti – spiega nel libro – hanno già colpito nelle nostre città, da Londra a Madrid, da Bruxelles a Tolosa, e pianificano di trasformare le nostre strade in mattatoi di apostati e infedeli al fine non solo di sotometterci ma soprattutto di imporsi sui loro rivali interni”.
L’equilibrio mediorientale e la lotta al fondamentalismo sono un problema oggi di primaria importanza per l’azione dei leader dell’Occidente, le cui politiche devono dunque adattarsi a una minaccia inedita. Lo ha confermato il ministro Gentiloni: “Ai vertici Nato di un anno fa, quando ho iniziato a lavorare come ministro degli Esteri, si parlava quasi solo di Ucraina, mentre oggi è l’Isis a dominare il dibattito internazionale”. Particolare rilevanza ha al momento la situazione in Libia, dove secondo fonti dell’intelligence sono in corso trasferimenti di forze terroristiche dell’Isis dalla Siria, in particolare nella zona di Sirte. In questo campo, su cui secondo Gentiloni è necessario trasmettere un senso di urgenza, l’Italia sarà protagonista nella prima conferenza internazionale sull’argomento che si svolgerà a Roma, e vedrà riuniti intorno a un tavolo i cinque membri permanenti dell’Onu (Cina, Russia, Usa, Francia, Gran Bretagna), alcuni paesi europei tra cui Germania, Spagna e Italia, il nuovo inviato Onu in Libia Martin Kobler, e alcuni tra i paesi dell’area. L’obiettivo sarà portare alla formazione di un governo di unità nazionale in Libia con sede a Tripoli.
In ogni caso, ha sottolineato Gentiloni, è in corso un necessario “adattamento delle strategie della Nato alle nuove sfide del quadrante sud dell’Alleanza”.
Un’impostazione condivisa da Molinari: “La mappa geopolitica che conosciamo, abbiamo studiato e memorizzato non esiste più e il metodo per difendere la nostra libertà deve tenere conto dell’identità di una nuova tipologia di nemico”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(3 dicembre 2015)