Il coraggio del Mediterraneo
“Today we are deeply concerned with the fate of 60,000 of our fellow citizens who are Jews… We have lived together in both slavery and freedom, and we have come to appreciate their feelings, their brotherly attitude, their economic activity, and most important, their indefectible patriotism”.
Si conclude con queste frasi l’appello ufficiale di protesta contro le deportazioni degli ebrei greci, scritto dall’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Damaskinos Papandreou, negli anni dell’occupazione nazista. Un documento unico di fronte al silenzio delle istituzioni, soprattutto religiose, degli altri paesi europei. L’arcivescovo Damaskinos – come è riportato sul sito dello Yad Vashem, il quale lo ha inserito tra i “Giusti tra le nazioni” – non si arrese mai nel cercare d’impedire le angherie e le deportazioni da parte degli occupanti nei confronti degli ebrei greci, ordinò alle chiese sotto la sua giurisdizione di produrre per loro certificati battesimali falsi, esortò le stesse ad aiutarli e a nasconderli nei propri monasteri e conventi, e più volte protestò apertamente contro la tragedia che opprimeva “i fratelli ebrei” di fronte alle autorità tedesche e al governo collaborazionista greco, cercando di coinvolgere in questo tentativo il maggior numero di personalità. Un ruolo analogo nel salvataggio degli ebrei greci in seno alla chiesa ortodossa greca, lo ebbero il vescovo metropolita Ioachim di Volos, e il vescovo metropolita Chrysostomos di Zacinto – anch’egli ricordato come “Giusto tra le nazioni”- il quale insieme al sindaco Loukas Karrer salvò l’intera comunità ebraica dell’isola di Zacinto, pronunciando di fronte al comandante tedesco che avrebbe dovuto eseguire l’ordine di deportazione: “Potete arrestare me, anziché loro. Se questo non vi soddisfa, allora sappiate che io marcerò insieme con gli ebrei direttamente nelle camere a gas.” Come in altre zone d’Europa, anche la Resistenza Greca dell’EAM-ELAS aiutò centinaia di ebrei a fuggire e a sopravvivere, molti dei quali rimasero a combattere nelle sue file.
Nonostante l’antisemitismo e il moderno antisionismo siano presenti anche nella storia e nella Grecia odierna, esiste un legame indissolubile che lega il paese ellenico con il popolo ebraico, Salonicco potrebbe esserne l’esempio più illuminante, ma anche le emblematiche personalità di Sabbatai Zevi, della cantante di rebetiko Roza Eskenazi, o di Avraam Benaroya il quale mise le fondamenta del Partito Comunista Greco, sopravvisse ai campi di concentramento per poi morire dimenticato ed in povertà a Holon.
Non sarà allora un caso che oggi in Israele vi siano almeno una decina di emittenti radiofoniche che trasmettono
musika yevanì e almeno il 2% degli israeliani vanti origini elleniche. Significa che sebbene l’80% della popolazione ebraica della Grecia sia scomparso con la Shoah, grazie anche a prese di posizione come quella dell’Arcivescovo Damaskinos, qualcosa è comunque sopravvissuto e ha conservato le proprie radici.
Francesco Moises Bassano
(5 febbraio 2016)