Torino – L’Europa e i nuovi venti di odio
Il “nuovo” antisemitismo. Questo il tema della serata organizzata dalla Fondazione Camis De Fonseca, affrontato tramite la proiezione di quattro video che mettono in luce sfaccettature diverse, ma tra loro sempre più ibride, e quindi più pericolose, di antisemitismo.
Una scia di sangue: il primo video inizia con la proiezione delle immagini dell’attacco del 9 gennaio 2015 all’Hypercasher di Parigi, con riferimento alla strage compiuta due giorni prima nella sede di Charlie Hebdo. Il cosiddetto nuovo antisemitismo e gli attacchi diretti agli ebrei, viene spiegato, hanno inizio dagli anni Ottanta e non si sono mai arrestati, crescendo in numero ed efferatezza. Ciò che emerge a più riprese è come l’antisemitismo nel mondo arabo si nutra da una parte dell’antisemitismo radicato nel Corano e dall’altra dell’antisemitismo assorbito tramite il contatto con la cultura europea in epoca coloniale e poi nazista. Il tema viene poi ripreso e approfondito all’interno del secondo filmato: l’antisemitismo nazista e il mondo arabo. I riflettori si accendono su quello che si può definire un ritorno all’iconografica satirica e alle “prove” del complotto ebraico a livello mondiale. Riprendono a circolare nel mondo arabo e non vignette che raffigurano l’ebreo-bestia, l’ebreo che si nutre del sangue dei bambini, l’ebreo padrone del mondo. Assieme alle vignette tornano I Protocolli dei Savi di Sion. Altro tema centrale presentato nel terzo spezzone è quello dell’Informazione manipolata. Il regno della contraffazione è per eccellenza quello dell’immagine, elemento facilmente comprensibile ai più perchè colpisce con maggior immediatezza la sfera emotiva, a scapito di quella razionale. Infine si parla del successo della propaganda anti Israele in Occidente. Il largo seguito è dovuto alla banale, ma nefasta sovrapposizione tra israeliani ed ebrei, tra pregiudizi contro lo Stato d’Israele e il suo operato sulla base appunto dell’irrazionale antisemitismo che affonda le sue radici nelle sole ignoranza e paura.
Di “nuovo” in senso stretto non c’è molto. Quello che emerge con profonda amarezza è un rafforzamento di pregiudizi e paure, che forse ci eravamo illusi solo in parte di aver cancellato, ma che invece riecheggiano tanto nel mondo arabo, quanto in quello occidentale, facendosi forza l’uno l’altro.
Alice Fubini
(Nella foto Laura Camis de Fonseca)
(16 marzo 2016)