Qui Bologna – Dall’università al museo,
i laureati concedono il bis
Offrire ai giovani laureati dell’Alma Mater in materie inerenti alla cultura ebraica la possibilità di ridiscutere le proprie tesi di laurea, esponendo i contenuti della propria ricerca, davanti a un pubblico formato da studenti universitari, studiosi di cultura ebraica, abituali frequentatori del museo. È la finalità dell’iniziativa “Oggi mi laureo al Meb” lanciata dalla direzione del Museo ebraico di Bologna in collaborazione con la Scuola di Lettere e Beni Culturali della locale Università degli Studi.
Il primo appuntamento ha avuto come protagonista Cesare Barbieri, laureato in lettere classiche, che ha “ridiscusso” la sua tesi su “Il nascondere nell’ebraismo: il Nome di Dio e la sua rivelazione a Mosè” insieme al relatore, la professoressa Francesca Sofia.
Pubblico particolarmente qualificato per la presenza in sala, tra gli altri, dei docenti Costantino Marmo, direttore della Scuola di Lettere dell’Università di Bologna e sostenitore convinto dell’iniziativa, Antonella Salomoni, sempre dell’Università di Bologna, e Piero Capelli dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Partendo dalle interpretazioni midrashiche che collegano etimologicamente il nome di Mosè con la sua missione di estrarre il popolo dall’Egitto, il lavoro di Barbieri punta a dimostrare che tra Dio e il popolo si instaura un patto basato su una reciproca fiducia, in cui anche la divinità rivelando il proprio nome a un eletto e chiedendogli di proteggerlo con il divieto di scriverlo e di pronunciarlo, limita se stessa per fare spazio alla sua creatura.
Martedì 12 aprile, alle ore 17, il secondo appuntamento con Chiara Quici, che ridiscuterà la tesi “Creatività e cura: l’arteterapia di Friedl Dicker-Brandeis” (relatore il professor Stefano Ferrari).
(7 aprile 2016)