Qui Roma – Medicina e Shoah, dall’orrore
alla nuova stagione etica

Schermata 2016-05-20 alle 13.07.31Al centro la storia delle dottrine eugeniche e razziali che hanno costituito la base della politica governativa nazista e il ruolo che i medici ebbero nel dare base scientifica alle Leggi di Norimberga per la sterilizzazione forzata dei disabili, all’Aktion T4 per la loro uccisione, e nel genocidio di ebrei, sinti e rom. Un itinerario approfondito all’interno dell’esposizione in trenta pannelli “Medicina e Shoah. Dalle sperimentazioni naziste alla bioetica” in mostra presso il Museo di Storia della Medicina, dell’Università La Sapienza di Roma. 
Realizzata con il contributo dell’Otto per Mille all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l’esposizione sarà aperta al pubblico domani sera in occasione della Notte dei Musei (alle 21.30 l’intervento del Testimone Piero Terracina). 
“Ero uno scheletro quando i russi mi hanno raccolto da terra. Ventiquattro chili” ha raccontato oggi Sami Modiano, ripercorrendo davanti ad alcuni studenti dell’ateneo l’inferno di Auschwitz, la separazione dai suoi cari, l’annientamento della comunità di Rodi. “Nessuno deve vedere più quello che hanno visto i miei occhi. La mia missione è fare di tutto perché quello che è successo non debba essere vissuto dalle nuove generazioni” ha affermato Modiano, emozionando la sala. 
Al suo fianco tra gli altri il magnifico rettore Eugenio Gaudio, il presidente dell’Unione Renzo Gattegna, i docenti universitari Valentina Gazzaniga, Livia Ottolenghi, Silvia Marinozzi e Fabio Gaj. 
“Non saremo mai sufficientemente grati ai Testimoni per il loro impegno, per la missione che svolgono con coraggio e determinazione” ha affermato Gattegna, rivolgendosi con affetto a Modiano. Mentre il magnifico rettore ha ricordato alcune battaglie condivise dall’ateneo e dalle istituzioni ebraiche. Tra cui quella affinché il termine “razza” sia cancellato dalla Costituzione e quella affinché la stessa sorte tocchi ai medici nazisti ricordati oggi attraverso malattie e patologie che portano il loro nome.
“Il modo in cui viviamo il rapporto con i pazienti è dato anche dall’elaborazione di quel passato, dei crimini che furono compiuti e dalla nuova sensibilità etica maturata da allora” ha sottolineato Ottolenghi. Un elemento rilevato anche negli interventi di Gazzaniga e Marinozzi, che della mostra è curatrice scientifica.
A Fabio Gaj il compito di introdurre la testimonianza di Modiano e di stimolare il confronto con gli studenti.

(20 maggio 2016)