La televisione divide il governo Faccia a faccia Netayahu-Kahlon
Naviga in cattive acque la televisione pubblica israeliana, nota in inglese con la sigla Israel Broadcasting Authority. E per questo era stata avviata una riforma per rilanciarla, in una nuova versione – la Broadcasting Corporation – che doveva essere operativa da settembre. Il Primo ministro Benjamin Netanyahu negli scorsi giorni però ha annunciato di voler posticipare di un anno il tutto, con la messa in onda nel 2018, bloccando così una riforma da lui stesso sostenuta. Una scelta che ha però sollevato una dura polemica interna all’esecutivo di Gerusalemme: il ministro delle Finanze Moshe Kahlon ha infatti dichiarato di essere contrario a posticipare il lancio della Broadcasting Corporation, soprattutto per i costi economici che deriverebbero da questo ritardo. Anche il ministro dell’Educazione Naftali Bennett è sulle stesse posizioni di Kahlon. E la cosa crea più di un grattacapo al Premier Netanyahu. Secondo alcune fonti interne del partito Kulanu (guidato da Kahlon) e rilanciate dai media, in base all’accordo di coalizione, i parlamentari della maggioranza devono “sostenere le iniziative avanzate dal ministro delle comunicazioni, ma noi – hanno dichiarato al quotidiano liberal – non siamo impegnati a sostenere la cancellazione delle riforme che sono state già approvate … Cambiare le date non è una riforma, ma è la cancellazione di una riforma”.
(21 luglio 2016)