Ticketless – Duecento

Cavaglion Ticketless oggi raggiunge il numero 200 e viene a cadere con l’inizio del nuovo anno ebraico. Una coincidenza da cogliere al volo per formulare auguri e qualche auspicio.
Duecento Ticketless, al ritmo di uno alla settimana valgono circa quattro anni di vita. Considerata l’età di chi scrive, e la pazienza di chi legge, è pura follia pensare che la rincorsa potrà concludersi -un josefsdream700ipotetico mercoledì del futuro- con una filza di Ticketless numero 5778, 5779, 5780. Neanche se ne scrivessi tre al giorno. Meglio guardare al presente, che allegro non è.
Quattro anni fa il primo Ticketless era dedicato al sogno di Giacobbe nell’affresco di S. Gimignano. Un “sogno di Giacobbe” in testa ce l’avrei. Colgo l’occasione per liberarmi di un peso. Il paese-Italia attraversa un periodo fra i suoi più difficili, neppure l’ebraismo italiano gode buona salute. S’è parlato in queste ultime settimane moltissimo, forse troppo, di Musei, ma quando mai in Italia sorgerà un serio Istituto di Studi Ebraici, statale o privato m’importa poco, comparabile con quelli- numerosi- che si vedono in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Olanda. Una scuola che dia buone borse di studio ai ragazzi più promettenti, che inviti dall’estero professori a tenere seminari, che ponga a confronto studiosi di formazione diversa, che pubblichi ogni dodici mesi puntuale come il Leo Baeck Institute un annuario con le ricerche migliori, una collana di studi scientifici sulla storia degli ebrei d’Italia. Un sogno. Chissà che prima o poi non s’avveri.

Alberto Cavaglion

(5 ottobre 2016)