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Discriminazione magiara

jesurum Evviva, evviva, il referendum contro i migranti in Ungheria è fallito. Alle urne l’affluenza è stata del 43,42% e così il plebiscito cercato da Viktor Orban contro l’Europa non è passato. Ma “evviva, evviva” che cosa? Già semplicemente l’idea in sé del no ai migranti è ripugnante, e comunque di quella metà di ungheresi che è andata a votare il 98% ha detto che per gli odierni reietti della terra lì non ci deve essere posto. Si dirà: nulla di nuovo, è così ogni giorno di più, dappertutto. Ma a forza di “abituarsi” si rischia grosso. Si rischia, per esempio, di non dare alcun peso alla denuncia fatta, pochi giorni prima del voto proprio contro l’Ungheria, dal Comitato consultivo sulla convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali – un organismo del Consiglio d’Europa. Secondo l’allarmante rapporto, i Rom ungheresi sono vittime “di una discriminazione sistematica” in ogni settore della vita del Paese: dagli alloggi all’accesso al lavoro, dai servizi sanitari alla scuola dove aumenta vertiginosamente la segregazione degli alunni di questa etnia. In aumento anche gli attacchi fisici e la propaganda di odio. Non è abbastanza? Vogliamo davvero essere complici di tutto questo?

Stefano Jesurum, giornalista

(6 ottobre 2016)