Trump nuovo presidente Usa
Il mondo ebraico si interroga

Shock, la grande sorpresa, il dramma di una notte. Questi alcuni dei titoli usati dai diversi quotidiani ebraici e israeliani per descrivere la vittoria inattesa nella notte di Donald Trump, nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. In queste ore, che segnano un grande cambiamento per il mondo intero, sia l’ebraismo americano sia Israele si interrogano su cosa accadrà ora che Trump guiderà la Casa Bianca. “Lavoreremo insieme per far progredire la sicurezza, la stabilità e la pace nella nostra regione”, il comunicato del Primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu fatto pervenire al nuovo presidente degli Stati Uniti, definito come “un vero amico d’Israele”. “Il legame tra Stati Uniti e Israele è basato su valori condivisi, interessi condivisi e un futuro condiviso. Sono certo che insieme al presidente Trump continueremo a rafforzare l’alleanza speciale tra Israele e gli Stati Uniti, portandola ancora più in alto”.
Il quotidiano israeliano ynet riporta invece i dati della Cnn che danno un quadro di chi ha votato per Trump e chi per Clinton: secondo questi sondaggi il 24 per cento degli ebrei americani ha votato repubblicano contro il 71 per Clinton. In caso di conferma, sottolineano gli analisti, si tratterebbe sul fronte repubblicano di un netto peggioramento: a votare Mitt Romney nel 2012 infatti era stato il 30 per cento degli ebrei americani.
Il quotidiano progressista Haaretz registra in queste ore la grande delusione che si respira a Tel Aviv, raccontando la tristezza dei comitati pro-Hillary sparsi per la città. Da Gerusalemme invece arrivano le parole del sindaco Nir Barkat che a Trump chiede di dare seguito a quanto promesso in campagna elettorale: riconoscere ufficialmente Gerusalemme come Capitale d’Israele e spostarvi l’ambasciata.
“Uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili”, è la descrizione di Trump a firma di David Horowitz, direttore del Times of Israel, che riprende le parole del capo del partito laburista israeliano Itzhak Herzog, che, commentando la vittoria del magnate, ha parlato di “uno tsunami economico, sociale e di leadership, che influenzerà molti paesi, che cambierà anche chi è alla guida in Israele”. Per Naftali Bennett, ministro dell’Educazione del partito di destra HaBayt HaYehudi, “La vittoria di Trump è un’opportunità per Israele di ritrattare immediatamente l’idea di uno Stato palestinese nel centro del nostro paese, che avrebbe fatto male la nostra sicurezza e alla giusta causa”.
Diametralmente opposta la reazione su Forward di Jane Eisner, giornalista ebrea americana. Eisner si dice impaurita “dall’antisemitismo diretto verso di me e i miei colleghi giornalisti da coloro che ora festeggiano le prospettive di un’amministrazione Trump, e non ho idea se la sua famiglia – e qui includo i suoi fligli ebrei, che sono rimasti irragionevolmente in silenzio di fronte a molestie e minacce – farà qualcosa per aiutare a riportare la civile tolleranza”.

d.r.