Setirot – I conti con la storia
Dal Corriere della Sera a Repubblica, dalla Gazzetta dello Sport al Corriere dello Sport,e poi tutte le agenzie di stampa, molti network di informazione tv, i social media: il messaggio che l’ex calciatore Paolo Di Canio ha inviato alla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni (che i lettori di Pagine Ebraiche 24 hanno letto in anteprima) ha avuto un enorme impatto. “Ritengo, senza se e senza ma, che le leggi razziali volute da Mussolini siano state una terribile infamia per la storia del nostro Paese. Un’infamia che causò un’immane tragedia per migliaia di ebrei in Italia. Questa è la mia posizione convinta e determinata…”.
Ogni volta che assisto a “cori di plauso” di questo genere – soprattutto se riferiti a un signore che porta sul braccio il tatuaggio DUX – ritorna a galla una mia vecchia ossessione: insistere e insistere e insistere ancora nel sottolineare come noi italiani non abbiamo mai fatto, a tutt’oggi, i conti con la nostra storia (leggi razziste, collaborazione con i tedeschi, spiate, indifferenza, e anche un passato coloniale orrendamente vergognoso). Di esempi da seguire ne avremmo e ne abbiamo avuti parecchi. Prendiamo i francesi: sulla loro partecipazione alla Shoah, sulla delazione, sul collaborazionismo hanno scritto molto e spesso pagine emozionanti e sublimi; hanno girato molto e spesso gran bei film. Noi no, niente, letteratura e cinematografia quasi inesistenti. Rare eccezioni, come il bel saggio storico I carnefici italiani di Simon Levis Sullam (Feltrinelli), ma è un saggio, appunto, seppur scorrevolissimo, non conquista le emozioni del grande pubblico, quello, per intenderci, degli stadi di Di Canio & C.
Stefano Jesurum, giornalista
(10 novembre 2016)