melamed – Scoprire l’aula digitale

maknouz-digitale“In principio fu”… Il test automatico. E ancora oggi uno degli usi più intensivi del digitale nella didattica riguarda la possibilità di valutare e auto-valutarsi in forma automatica e interattiva attraverso batterie di esercizi online, per esempio come quelli presenti sulla piattaforma ZTE di Zanichelli, visitata da migliaia di docenti e studenti ogni settimana. Ma le sperimentazioni digitali per la matematica non si sono fermate ai test e sono andate specializzandosi negli ultimi anni, offrendo opportunità di apprendimento sempre più sofisticate e vicine ai bisogni e ai ritmi specifici dello studente.

Qual è l’uso del digitale nella didattica della matematica diffuso fino ad oggi?
Partendo da Khan Academy, sito pioniere di video e esercizi matematici, si è arrivati agli attuali ambienti di tutoring digitale, quali Matutor e Tutor Zanichelli, dove lo studente viene accompagnato in un percorso su misura con un set completo di materiali a corredo del suo lavoro (video, text box, animazioni e simulazioni di geometria interattiva come quelle ottenibili con Geogebra) anche in forma adattativa, cioè sulla base del profilo di abilità e conoscenze dimostrate via via e di difficoltà o lacune evidenziate. Il tutto monitorabile dal docente attraverso registri formativi e tracciamento dei percorsi degli studenti.
Lo sforzo più recente si è di fatto concentrato sull’uso degli strumenti digitali nel contesto di un nuovo metodo didattico che vede lo studente protagonista del suo sapere in un apprendimento attivo e “rovesciato”: invece del tradizionale processo didattico, riassunto dall’espressione “formalizzare, consolidare ed esplorare”, qui si procede al contrario, cioè tramite un processo considerato più efficace le cui linee guida sono “esplorare, consolidare e (quindi) formalizzare”.
In questa direzione si muovono anche alcune buone pratiche che prevedono l’uso di software matematici evoluti (per esempio Mathcad, al centro del progetto ministeriale Problem Posing &Solving PPS) e di ambienti di progettazione didattica multimediale quali Collezioni Zanichelli.
Oltre agli strumenti elencati, merita sicuramente una citazione e un approfondimento il nuovo software matematico Desmos.

Quali nuove prospettive didattiche per la matematica si presentano con Desmos?
Da calcolatore grafico free, Desmos si è trasformato sempre più in un ambiente di apprendimento digitale integrato. Seguito e sviluppato da un’equipe di matematici, in gran parte docenti, Desmos si occupa di favorire una nuova pedagogia della matematica focalizzata in particolare su tre linee di azione:
Sviluppare competenze matematiche sulla linea degli Standards for Mathematical Practice (Common Core), con particolare attenzione alle competenze di modellizzazione. Oltre alla capacità di lavorare con modelli matematici, si richiede allo studente di dare senso ai problemi e perseverare nel risolverli, di argomentare i propri ragionamenti e analizzare criticamente quelli altrui, di ambire alla precisione, di riconoscere strutture e farne uso, di usare gli strumenti in modo strategico e efficace, e così via.
Utilizzare il software in forma sociale e collaborativa. L’idea è quella di passare dalla visione del digitale come utile allo studente che apprende “in solitudine” (o che al più confronta i suoi risultati con quelli dei compagni) a quella di un suo uso per un apprendimento “sociale”. Desmos in questo contesto viene usato per favorire e guidare attività collaborative e di apprendimento informale tra coppie e gruppi di studenti, stimolando il confronto di idee, l’esplicitazione e l’argomentazione dei propri ragionamenti, la verifica reciproca. Sarà poi compito del docente formalizzare e ristrutturare i saperi e curare l’uso del linguaggio specifico.
Proporre nuovi scenari di aula in cui il docente, attraverso l’uso del software e di tablet o pc a disposizione degli studenti, possa osservare e supportare il lavoro dei ragazzi (utilizzando le schermate di lavoro degli studenti che gli vengono inviate in tempo reale e sono documentate in un registro iconico-visuale). Il docente può così seguire e guidare gli studenti anche prendendo il controllo delle loro schermate.

Dany Maknouz, per Zanichelli scuola

(11 novembre 2016)