Bologna, il ricordo del 21 novembre
“Qua si capì cosa era il fascismo”
Dieci morti, oltre cinquanta feriti. La strage di Palazzo D’Accursio a Bologna, il 21 novembre di 96 anni fa, fu tra i primi atti eversivi e criminali compiuti da gruppi fascisti in Italia. Una drammatica pagina di memoria cittadina che da sempre raccoglie nel ricordo istituzioni, associazioni, diverse anime della società bolognese.
“Mostrò subito per quello che era il fascismo italiano: una forza violenta, squadrista e antidemocratica, che fondò il suo agire sin da subito sull’uso delle armi, sulla prevaricazione, sull’intimidazione” ha sottolineato il Consigliere UCEI David Menasci intervenendo questa mattina all’annuale commemorazione in Piazza Maggiore, organizzata dall’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti Anppia di Bologna, dal Comitato Unitario Democratico ed Antifascista della Bolognina e del Navile e dall’Associazione Piantiamolamemoria.
Numerosi gli interventi che hanno segnato questa giornata di ricordo, cui hanno aderito anche l’UCEI, la Comunità ebraica bolognese e quella romana. In piazza tra gli altri la vicepresidente della Comunità ebraica Debora Romano e la presidente della locale sezione dell’Adei Ines Miriam Marach.
“Noi ebrei italiani, traditi dallo Stato italiano con la promulgazione nel 1938 di una legislazione antiebraica, e poi braccati e deportati dopo l’8 settembre 1943 dall’occupante tedesco con il pieno supporto di coloro che rimasero fedeli a quel che rimaneva del regime, saremo sempre in prima linea per ribadire e ricordare cosa significarono quegli anni bui, e quale estremo limite – ha sottolineato Menasci – l’umanità abbia raggiunto per colpa di regimi criminali, intolleranti, liberticidi e fondati sull’odio.
Al termine della cerimonia sono state deposte alcune corone di fronte alla lapide che ricorda la strage e al Sacrario dei Caduti Partigiani di piazza Nettuno.
(20 novembre 2016)