Arrigo Levi, 90 anni per il giornalismo
“La sua vita un esempio per tutti”

Giornalista di fama internazionale, ma anche scrittore e consigliere diplomatico ad altissimi livelli. Arrigo Levi ha voluto festeggiare i suoi primi 90 anni di vita nel Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dove ieri pomeriggio si è tenuta una cerimonia in suo onore.
“Ci sono molti motivi per dirle grazie, caro Arrigo. Per le importanti pagine di giornalismo che ci ha donato, per gli straordinari libri che ha scritto, per la sua costante attività a sostegno dello Stato di Israele. Ma anche e soprattutto per un’umanità speciale, per un modo di guardare alla vita, nei suoi alti e bassi, nelle molte sfide che si presentano ogni giorno, che è un esempio per tutti noi” ha sottolineato la presidente UCEI Noemi Di Segni, rivolgendosi al festeggiato.
Sala gremita, tanti giovani presenti. Molti anche i giornalisti che, seduti tra il pubblico, non hanno voluto mancare. E con loro anche l’ex presidente UCEI Renzo Gattegna e la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello.
Accanto a Levi il rabbino rav Riccardo Di Segni, che si è detto “spettatore sempre ammirato” delle imprese del grande giornalista, insieme ai colleghi Paolo Mieli e Maurizio Molinari, che hanno portato due testimonianze di un pezzo di vita professionale al suo fianco. Levi scherza, si emoziona, incalza i suoi interlocutori.
Facendo il suo ingresso nella sala, ricorda con emozione l’intervista che diede a Pagine Ebraiche a poche settimane dalla visita del presidente Napolitano al Congresso UCEI del dicembre 2010, evocata dalla Presidente UCEI nel corso del suo intervento. Levi sorride e si lascia cullare dai ricordi, anche quando viene proiettata l’intervista che concesse al programma televisivo Sorgente di vita in occasione del lancio di “Un paese non basta”.
“L’amore per la vita più forte di qualsiasi ostacolo, unito a un contagioso ottimismo e a una ferma fiducia nell’uomo, l’ha portata lontano e l’ha fatta volare alto” osserva con gratitudine la Consigliera dell’Unione Sara Cividalli, cui spetta il compito di ripercorrere in brevi tappe la biografia del giornalista.
Parlando degli anni a La Stampa, Mieli spiega come sotto la direzione Levi “il giornale divenne ancora più serio e rigoroso nel trattare gli esteri, da sempre un punto di forza della testata”. Sul piano personale, ha aggiunto il noto editorialista, “la sua vitalità e il suo innato ottimismo contribuirono a bilanciare l’epoca buia attraversata da Torino in quegli anni”.
“La Stampa è ancora il tuo giornale, perché la strada del buon giornalismo che hai indicato continua a dare frutti” ha invece osservato Molinari. Tra le molte novità introdotte da Levi che hanno lasciato il segno, è stato poi spiegato, vi sono l’introduzione del gradimento della redazione per il direttore, l’apertura di numerose redazioni locali, il lancio dell’inserto culturale Tuttolibri. “Beh, effettivamente è tutto vero” sorride Levi. Dalla sala parte un lungo applauso.
Come quando Claudia Fellus, attuale vicepresidente della Comunità ebraica romana, viene chiamata a ricordare un altro gigante del giornalismo italiano: Mario Pirani, compagno di una vita e punto di riferimento per più generazioni di colleghi.

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(22 novembre 2016)