Francia, torna il terrore

rassegnaTorna il terrore in Francia, dove nella notte un uomo armato è entrato in una casa di cura per religiosi uccidendo la custode e tenendo prigionieri per alcune ore gli ospiti dell’istituto. “Una vita da missionari in Africa – scrive l’Ansa – poi una sera 60 monaci e suore si trovano di fronte all’incontrollabile furia di un uomo armato, incappucciato. Generalità e movente ignoti, l’individuo, armato di un fucile a canne mozze e di un coltello ha prima legato e imbavagliato, poi ucciso con diverse coltellate la custode che gli aveva aperto la porta. In nottata, monaci in salvo, killer in fuga”.

“Ogni incendio doloso è un atto di terrorismo e così sarà considerato. Ci sono incendi per negligenza e altri appiccati. Questi ultimi stanno crescendo. Fronteggiamo un terrorismo dei piromani. Chi cerca di bruciare la terra di Israele sarà punito con la massima durezza”. Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nelle ore in cui il paese affronta l’emergenza roghi che ha portato allo sfollamento di decine di migliaia di cittadini (in particolare ad Haifa).
“I fronti aperti – si legge su La Stampa – sono talmente numerosi che i pompieri non possono intervenire ovunque”. In manette alcuni giovani palestinesi, accusati di aver appiccato il fuoco. Significativa la solidarietà concreta portata da alcuni paesi tra cui l’Italia, che a sua volta fronteggia in queste ore una complessa situazione ambientale nel Nord del paese. Italia, Turchia, Cipro, Grecia, Croazia hanno inviato tredici mezzi aerei. Da Roma sono giunti due Canadair. Altri mezzi-antincendio sono in arrivo dalla Russia, promessi dal presidente Vladimir Putin in persona. Dichiara l’ambasciatore israeliano Ofer Sachs: “Desidero cogliere questa occasione per esprimere la mia profonda gratitudine alle autorità italiane per la preziosa collaborazione, in particolare il Ministero degli Interni, la Protezione Civile e l’Ufficio della Presidenza del Consiglio, che hanno profuso sforzi notevoli per venire in aiuto di Israele. Israele non dà per scontati tali sforzi, che sono un’ulteriore testimonianza della salda amicizia che lega Israele e l’Italia”.

Se l’Europa cercherà una maggiore integrazione, l’Austria terrà un referendum per chiedere al propri cittadini se vogliono restare nella Ue. Lo ha detto ieri alla Bbc Norbert Hofer, candidato alla presidenza austriaca nelle elezioni che si terranno il 4 dicembre.
“Non è detto che Hofer vinca; non è detto che se anche vincesse riuscirebbe a imporre la consultazione; e non è detto che, se questa si tenesse, gli austriaci voterebbero per troncare i rapporti con Bruxelles. Ciò nonostante – scrive il Corriere – la minaccia del candidato di estrema destra apre un nuovo, potenziale punto di crisi e chiarisce ulteriormente che spingere verso nuove centralizzazioni nella Ue creerebbe conflitti distruttivi”.

Su Repubblica, la traduzione delle domande più significative poste ieri ai candidati del centrodestra francese Juppé e Fillon nel corso di un dibattito televisivo. “La presenza di Marine Le Pen al secondo turno delle presidenziali non è una fatalità. In ogni caso, se dovessimo trovarci l’uno contro l’altra, io non cambierò comunque programma, né contenuti, né tattica. Io ho un programma preciso, in grado di rimettere in sesto il Paese” ha dichiarato Fillon. “Chi è più adatto a battere Marine Le Pen l’anno prossimo? Chi è in grado di raccogliere il seguito necessario per contrastare la sua candidatura? Io sono l’unico che può riunire, domani, la destra e il centro per permettere l’alternanza nel 2017. I miei avversari me l’hanno rimproverato a sufficienza” ha invece affermato Juppé.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(25 novembre 2016)