L’esodo ebraico dai paesi arabi Un giorno per non dimenticare
Le cronache odierne parlano di un attacco da parte di Israele contro Hezbollah, il movimento terroristico che in Siria combatte al fianco del regime di Assad. Secondo i media – con la conferma da parte siriana arrivata nelle scorse ore – l’aviazione israeliana ha colpito questa mattina, nei pressi di Damasco, un nascondiglio di armi destinate a Hezbollah. L’azione decisa da Gerusalemme – che però non conferma – arriva dopo le nuove tensioni nel nord dello Stato ebraico, con lo scontro avuto domenica con terroristi legati all’Isis sulle alture del Golan.
Oltre al tema sicurezza nel nord d’Israele, al centro dell’attenzione nel Paese vi è oggi la celebrazione del Giorno in ricordo dell’esodo ebraico dai paesi arabi e dall’Iran: un fuga obbligata di circa 850mila persone, iniziata negli anni Quaranta, che ha progressivamente portato alla sparizione (o quasi) di antichissime Comunità ebraiche dall’Iraq all’Algeria. O dalla Siria, come ricorda l’account twitter del ministero degli Esteri israeliano: “negli anni Quaranta in Siria vivevano 30mila ebrei. Il governo siriano adottò poi leggi restrittive contro la minoranza ebraica” e la Comunità decise di lasciare le proprie case per un futuro migliore nel neonato Stato d’Israele, negli Stati Uniti, e una più piccola parte, si rifugiò in Europa.
The expulsion of Jews from Arab countries is a story of injustice that must be remembered, and the rights of its victims must be addressed. pic.twitter.com/QzoeOlgDZD
— Israel Foreign Min. (@IsraelMFA) 30 novembre 2016
Situazioni simili vissero gli ebrei del Maghreb e di altri paesi arabi come racconta il dossier a cura di Daniel Reichel pubblicato sul numero di dicembre del giornale dell’ebraismo italiano, attualmente in distribuzione. Pagine in cui si parla dell’esodo forzato che oggi, 30 novembre, viene ufficialmente commemorato e di cui troppo poco si è parlato in passato.