Giulia Spizzichino, le testimonianze
“Grazie a lei vinse la giustizia”
“Il suo non era desiderio di vendetta, ma di giustizia. Se fu possibile condannare Priebke lo si deve soprattutto a lei, al suo costante impegno in questo senso”. Si dice ancora ammirato Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale ma soprattutto il ministro della Giustizia che intervenne convalidando il provvedimento cautelare di custodia del gerarca nazista, evitandone così la scarcerazione,
“Di Giulia Spizzichino mi colpì il disagio manifestato dopo la prescrizione, la profonda amarezza che si poteva cogliere nel suo viso e nelle sue parole dopo quella prima sentenza. Per fortuna, non molto tempo dopo, la sua faccia cambiò radicalmente espressione. Aveva finalmente raggiunto l’obiettivo che si era posta e che l’aveva portata fino in Argentina, sulle tracce dell’uomo che aveva ucciso parte della sua famiglia”.
Di Spizzichino, il professor Flick ricorda l’efficacia dei suoi interventi, la sua capacità di toccare le corde e i temi giusti. “Con parole e concetti estremamente semplici ci ha ricordato che l’antisemitismo è più vivo che mai nella nostra società. E che la Memoria – afferma il professore – è un presidio da difendere a ogni costo per il bene di tutti”.
“Grazie quindi a Giulia – conclude Flick – per aver contribuito a scrivere una pagina importante della giustizia italiana”.
Racconta Carla Di Veroli, già referente per le politiche sulla Memoria di Roma Capitale: “Giulia Spizzichino me la ricordo soprattutto come persona. Parlavamo di tutto, di politica, di vita quotidiana, di amore. Giulia era una praticante esperta di yoga, amava la vita e conoscere persone, dialogare. Anche discutere. Una donna speciale”. Nel luglio del 2000, continua Carla, un quotidiano pubblicò la notizia della sua morte. Ma si trattò di un grottesco errore. Non era infatti morta Giulia ma la zia di Carla, Settimia Spizzichino, unica donna a fare ritorno a Roma dopo il rastrellamento del 16 ottobre. “Le dissi: ti hanno allungato la vita. Dio ce l’ha lasciata per altri 16 anni. Ciao Giulia, insieme a te se ne va un pezzo importante della mia vita”.
Sul nostro portale, il giornalista Paolo Brogi ricorda invece l’ultima uscita pubblica della Spizzichino. Un incontro con i ragazzi di una scuola media della periferia romana. “L’ho accompagnata a quell’appuntamento che era stato preso da tempo per incontrare gli alunni di una scuola che porta il nome dei suoi parenti caduti alle Fosse Ardeatine, i sette Di Consiglio del ramo materno. Ventisei le vittime della Shoah nella sua famiglia. Alle pareti dell’aula – ricorda Brogi – i ragazzi delle terze avevano appeso i manifesti delle loro ricerche sulla Shoah e sulla storia di Giulia Spizzichino”.
È stata la sua ultima volta di fronte a dei ragazzi ed erano, ricorda Brogi, i giorni dell’intolleranza a Goro contro gli immigrati. Proprio a questo tema Spizzichino scelse di dedicare un pensiero ricordando come tolleranza e solidarietà siano valori irrinunciabili nel nostro presente.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(14 dicembre 2016)