Aleppo, l’Europa è divisa
Europa spaccata sulla Siria e sul dramma di Aleppo. Scrive La Stampa: “Da Bruxelles si è intensificato il pressing per richiedere i corridoi umanitari: i Ventotto hanno fatto loro la dichiarazione franco-tedesca dei giorni scorsi. Ma senza ventilare ‘misure restrittive’ nei confronti degli alleati di Assad, dunque la Russia”.
Il primo ministro italiano Gentiloni ha confermato ‘che sono girate’ ipotesi di sanzioni, ma alla fine non se n’è fatto nulla. “L’Italia resta contraria e anche gli Stati solitamente più ‘duri’, come i Baltici, la Polonia, la Gran Bretagna e la Svezia, questa volta non hanno insistito più di tanto”.
Hollande ha invece dichiarato che il Consiglio europeo “ha chiaramente identificato la responsabilità di Russia e Iran”.
Sulla linea dura anche Theresa May, secondo cui “il presidente siriano Bashar al Assad, l’Iran e la Russia condividono la responsabilità di quelle che sta succedendo ad Aleppo”.
Knesset, è “Gonna gate”. Polemica aperta in Israele per le regole imposte dalla Knesset, il Parlamento, riguardo al vestiario femminile. Il memorandum diffuso in ottobre, che impone alcune restrizioni, ha suscitato la reazione di alcune assistenti parlamentare e di alcuni deputati, sia donne che uomini, protagonisti nelle scorse ore di una provocatoria protesta.
“La lite della minigonna” titola Repubblica, che parla anche di ‘Gonna gate’. “Sono – scrive il quotidiano – i centimetri più discussi di Israele, quelli che separano le ginocchia dall’orlo della gonna. Qualcuno già parla di scandalo, altri spalancano la camicia in segno di protesta, il quotidiano Haaretz lancia l’allarme sulla laicità a rischio e la libertà compromessa, tanto che ora la Knesset batte in ritirata”.
Pietro Citati, sul Corriere, presenta l’ultimo importante studio di Moshe Idel: Il male primordiale nella Qabbalah. Totalità, perfezionamento, perfettibilità, pubblicato da Adelphi.
“Più di Gershon Scholem – spiega l’illustre firma del Corriere – Moshe Idel sottolinea l’estrema varietà della Qabbalah. Per essa il principio di non contraddizione, al quale obbedisce quasi tutto il pensiero occidentale, non esisteva. I qabbalisti non si preoccupavano affatto di contraddirsi, nemmeno nello stesso testo e nella stessa pagina: come dice felicemente Moshe Idel, coltivavano un’estrema fluidità concettuale”.
Un fatto distinguerebbe radicalmente il cristianesimo dall’ebraismo, scrive ancora Citati. “Nel cristianesimo Dio è perfetto, e ignora perfino che qualcuno possa parlare, a Suo proposito, di mancanza; e noi non possiamo avere nessuna influenza su di Lui. Nella Qabbalah, Dio conosce la mancanza: il peccato di Adamo, il diluvio, la distruzione del Tempio sono tutti segni di questa tremenda mancanza. Egli non è onnipotente né perfetto. Va dunque perfezionato, e soltanto gli uomini possono cancellare le Sue imperfezioni, diffondendo amore nel mondo celeste”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(16 dicembre 2016)