Qui Casale – Luce per l’incontro

“Immaginate di avere il telefonino con batteria a zero, ma poi riuscite a fare chiamate per una settimana”.
Elio Carmi racconta così, al folto pubblico raccoltosi a Casale per l’accensione della Chanukkiah, il significato e il miracolo della festa ebraica delle luci.
Festa che, come è noto, ha preso avvio esattamente nelle stesse ore del Natale cristiano. Una significativa coincidenza su cui Carmi, che della Comunità è vicepresidente, si è lungamente soffermato.
L’accensione di quest’anno, con le date coincidenti e il momento di oscurità per il mondo, l’atmosfera che fa di questa festa un momento per riflettere sulla luce e sulla pace è stata ancora più sentita. Sebbene questo abbia imposto qualche modifica alla giornata. A Casale solitamente è l’occasione per presentare le lampade realizzate dagli artisti per il museo dei lumi: un momento di arte e identità anticipato a prima di Channukah con l’ingresso di 13 nuove opere, ieri visitabili in Sala Carmi, per ribadire l’importanza di questa collezione custodita dalla Comunità casalese e oggi esposta in parte anche alla Triennale di Milano.
C’è stato però il momento religioso ed ecumenico cui hanno partecipato come sempre in tanti, a prescindere dalla religione professata. Un momento in cui Casale si è stretta intorno alla sua Comunità, non solo perché è una risorsa per la città dal punto di vista culturale e turistico, ma anche qualcosa che rende in qualche modo la città speciale, più aperta al mondo.
La cerimonia religiosa ha visto protagonisti i membri della Comunità: Giorgio Ottolenghi, presidente della Comunità casalese, chiamato a reggere lo shammash, la lampada che accende tutte le altre; la famiglia Carmi: Elio, Daria, Diletta, Daniele e Bruno Carmi, presidente della Comunità di Verona; Claudia De Benedetti, ma anche la piccola Avigail. Si recitano le preghiere di rito, si accendono cinque lumi della grande lampada del cortile. Poi tutti sono chiamati a dare il loro contributo con le altre lampade sparse nel complesso, a cominciare dal vescovo di Casale Alceste Catella, in una delle sue ultime apparizioni ufficiali. Seguito poi da don Paolo Cassano, don Emanuele, ma anche Sheyo Tarabini, in rappresentanza dei monaci buddisti, Stefania Pagella per la Chiesa Avventista e poi le autorità civili: Aldo Fara, sindaco di Moncalvo, Ornella Caprioglio per il Comune di Casale, l’onorevole Cristina Bargero, il vice questore Domenico Lo Pane e infine Giorgio Panelli in rappresentanza degli artisti che hanno contribuito al Museo.
Ma c’è anche un altro momento di questa Channukah che piace a prescindere dalla religione: sono di dolci che accompagnano questa festa, tra cui uno strepitoso castagnaccio, anche questo ormai patrimonio cittadino.

Alberto Angelino

(29 dicembre 2016)