A Roma arriva “Run for Mem” La maratona per la Memoria
Prima anticipazione sul Corriere della Sera per un’iniziativa nuova legata alla Memoria e che sta riscuotendo grande attenzione: la corsa non competitiva “Run For Mem / Corsa per la Memoria verso il Futuro” organizzata per il prossimo 22 gennaio dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei ministri e in collaborazione con l’Associazione Maccabi Italia e la Maratona di Roma. “Vogliamo consegnare un messaggio, soprattutto alle nuove generazioni. Cioè che dopo una caduta, anche la più tragica e dolorosa, occorre alzarsi e riprendere a correre valorizzando la vita. – racconta la presidente dell’Unione Noemi Di Segni al giornalista del Corriere della Sera Paolo Conti – E, insieme, un altro messaggio, destinato a chi invece corre ogni giorno senza fermarsi: mai tralasciare la Memoria, indispensabile strumento per affrontare il futuro. Le iscrizioni sono aperte a tutti, stanno già arrivando molte e significative adesioni: una grande iniziativa democratica, un appuntamento immancabile per tutti i cittadini che hanno a cuore il presente ma soprattutto il futuro”. Il quotidiano sottolinea come a volere l’iniziativa sia stata proprio la presidente UCEI Di Segni, ricordando come il progetto abbia riscosso adesioni sia in ambito ebraico (tra cui vengono segnalate il World Jewish Congress, Ambasciata d’Israele in Italia, la Comunità ebraica di Roma, Federazione associazioni Italia-Israele, The Jewish Agency for Israel) sia delle istituzioni sportive e civili come “il Coni, le Acli, la Comunità di Sant’Egidio, la Polizia e i Carabinieri ma anche “la Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana, che sarà presente con una propria delegazione”. Previste due corse, una sportiva da 10 chilometri e una stracittadina di soli 3,5 chilometri. Il percorso, spiega il Corriere, toccherà molti luoghi legati alla Memoria non solo ebraica. Si parte da piazza 16 ottobre 1943, dunque la deportazione nazista degli ebrei romani, via degli Zingari, in ricordo della persecuzione nazista dei Sinti e dei Rom, via Tasso, carcere e luogo di tortura delle SS, Regina Coeli, dove vennero radunati gli ebrei romani il 16 ottobre 1943.
Zygmunt Bauman (1925- 2017). Ricostruzioni della sua vita e dei suoi studi, interviste, interventi passati: tutti i quotidiani di oggi riportano con evidenza la notizia della morte di Zygmunt Bauman, il filosofo e sociologo polacco morto ieri all’età di 91 anni. Nato a Poznan (Polonia) il 19 novembre 1925, Bauman – noto del mondo per la sua teoria della società liquida – negli anni Sessanta, fu costretto a lasciare la cattedra dell’Università di Varsavia in seguito a un’epurazione antisemita promossa dal regime comunista e si trasferì a Tel Aviv. Chiamato nel 1972 dall’Università di Leeds, in Inghilterra, vi ha insegnò sociologia fino al 1990. “Con l’idea della liquidità ha rappresentato l’essenza del mondo: la sua rapidità, permeabilità e mutevolezza”, scrive Carlo Bordoni sul Corriere. “Non l’ho mai sentito pronunciare la formula della “società liquida” alla quale deve la sua enorme notorietà e anche la sua banalizzazione. – scrive invece Ezio Mauro su Repubblica – Anche quando nella discussione quella teoria sembrava la giusta, inevitabile conclusione di un ragionamento, ecco che Bauman scartava, apriva un’altra strada, aggiungeva qualcosa, andava oltre”. Se la Stampa ricorda anche uno delle sue ultime denunce sull’emergenza migranti – “I profughi – sosteneva il sociologo – ci ricordano ciò che vorremmo scordare” – il Corriere, in un articolo di Donatella Di Cesare, spiega come Bauman, parlando di Shoah, fu tra i primi a vedere “lucidamente il nesso tra orrore e modernità”.
Roma, la Memoria si fa immagine. Si apre oggi nella Capitale, alla Casa della Memoria e della Storia, la mostra “Sopravvissuti: ritratti, memorie, voci”, dedicata agli scatti del fotografo Simone Grosso ai sopravvissuti della Shoah. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, e dall’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti (Aned), con il patrocinio dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), l’esposizione presenta una selezione di fotografie scattate in occasione del XII congresso dell’Aned, come racconta in un ampio articolo Paolo Brogi sul Corriere Roma.
Berlino ricorda le vittime di Gerusalemme. In segno di solidarietà per l’attentato terroristico palestinese di domenica scorsa a Gerusalemme – in cui sono stati uccisi quattro giovani israeliani -, la Porta di Brandeburgo, a Berlino, è stata illuminata ieri con i colori della bandiera israeliana. “Grazie Germania di starci a fianco in questa comune battaglia contro il terrorismo”, ha scritto su Twitter il premier israeliano Benjamin Netanyahu (Corriere). Rispetto all’attentato, secondo La Stampa, “il palestinese che domenica ha fatto strage di militari a Gerusalemme aveva progettato l’attacco da almeno un anno. Ma non è sicuro se fosse un sostenitore dell’Isis. II governo israeliano ha imboccato subito la pista della Stato islamico, le autorità palestinesi frenano, e negano che i seguaci del Califfo Abu Bar al-Baghdadi si siano impiantati in Cisgiordania”. Il governo di Gerusalemme è però preoccupato per possibili infiltrazioni dell’Isis, a maggior ragione quando al confine sud, nel Sinai, il miliziani islamisti sono tornati all’attacco, colpendo i militari egiziani.
Il caso Netanyahu. Il premier israeliano sta vivendo un momento personale complicato da gestire, visto il caso in cui è stato coinvolto e di cui in queste ore parlano i media israeliani. Secondo le accuse – e la diffusione di un audio – iI premier sarebbe stato disposto a ridimensionare il giornale a lui vicino Israel Hayom in favore di Yedioth Ahronoth, da anni critico nei suoi confronti, per ottenere una copertura più positiva da quest’ultimo (Corriere).
Ricordando Guido Lopez. Si intitola “Il vizio della carta bianca” la mostra curata da Anna Lisa Cavazzuti che al Laboratorio Formentini porta da domani 44 lettere per svelare l’altra meta di Guido Lopez ( 1904-2010), racconta oggi Repubblica Milano. Giornalista e scrittore nato e morto a Milano e che di Milano, nelle vesti di storico e autore, ha fatto il proprio orizzonte narrativo, è stato anche un faro culturale nel fermento del dopoguerra, quando da capo ufficio stampa Mondadori, carica ricoperta fino al ’57, entra in confidenza con pressoché tutti i grandi dell’epoca.
Daniel Reichel
(10 gennaio 2017)