In ascolto – Scholem Asch

Maria Teresa MilanoTorna in scena a New York una delle pièce teatrali in yiddish più discusse della storia: “Got fun nekome” (La vendetta di Dio), di Scholem Asch (1880-1975), nato a Kutno in Polonia, l’ultimo di dieci figli di una famiglia hassidica che avversa gli studi secolari ma che non riesce a impedirgli di conoscere le opere degli autori europei e di imparare il tedesco, grazie alla lettura della Bibbia tradotta da Moses Mendelsohn, il padre dell’illuminismo ebraico. Fin da giovane, Scholem Asch rivela un grande talento per la scrittura, tanto che è Y.L. Peretz stesso a incoraggiarlo a scrivere racconti in yiddish, forse intuendo che quel giovane autore squattrinato sarebbe diventato negli anni uno dei nomi più importanti nel processo di sviluppo letterario e dello studio scientifico della lingua yiddish. Nel 1903 Scholem Asch sposa Mathilde Shapiro, figlia del professore di ebraico e poeta Menahem Mendel Shapiro e la nuova situazione economica gli offre la possibilità di dedicarsi anima e corpo alla scrittura. Nel 1907 crea la sceneggiatura di “Got fun nekome”, che tre anni dopo viene prodotto nientemeno che da Max Reinhardt a Berlino e nel 1923 arriva all’Apollo Theatre di New York, creando un grande scandalo per il primo bacio lesbico nella storia del teatro americano. La pièce racconta di una coppia di ebrei, Yankele e Sarah, proprietari di un bordello. Yankele promette a Dio di dare in marito la figlia Rivkele a uno studente di Yeshiva, pur di riscattarla dalla vita peccaminosa in cui l’ha cresciuta e mette addirittura un rotolo della Torah in camera sua, ma la signorina ha evidentemente altri progetti perché intrattiene una relazione con una prostituta loro dipendente. A distanza di quasi cento anni quella pièce controversa che fu vietata in ogni città europea, torna a Broadway, in lingua originale con sopratitoli in inglese e nomi di eccellenza nel cast. Yankele è interpretato da Shane Baker, uno dei personaggi più importanti del revival yiddish a New York, protagonista del one man show “The Big Bupkis. A Complete Gentile’s Guide to Yiddish Vaudeville”, mentre Sarah è Eleanor Reissa, regista di musical, cantante, attrice e autrice in inglese e yiddish. Eleanor ha presenza scenica, è spiritosa e ha una bella vocalità che ricorda lo stile del musical. Il brano che ho scelto oggi non ha forse una buona qualità video, ma è davvero interessante per la presentazione “a misura di americano”, per il concetto di “felicità” davvero peculiare nella cultura yiddish e per la resa musicale della band, in cui spicca la presenza del grandioso trombettista (non solo) klezmer Frank London.

Maria Teresa Milano

(12 gennaio 2017)