Il valore dell’istruzione
Si intitola “Religion and Education Around the World” lo studio dedicato al rapporto fra religione e istruzione appena reso pubblico dal Pew Research Center, noto e apprezzato istituto indipendente di ricerca basato a Washington.
I dati sono impressionanti: gli ebrei sono più istruiti di qualsiasi altro gruppo religioso e completano in media 13,4 anni di studio, mentre all’estremo opposto gli induisti tendono a frequentare le scuole per poco più di cinque anni scolastici e mezzo (la media mondiale è di 7,7), come i musulmani.
Si tratta di uno studio a livello globale, che oltre a mostrare le differenze fra i vari gruppi evidenzia come si tratti di un dato strettamente correlato alla localizzazione. La maggioranza della popolazione ebraica mondiale vive negli Stati Uniti e in Israele, due paesi che hanno un livello medio di istruzione molto elevato, mentre il livello di istruzione basso tra gli induisti riflette il fatto che il 98 per cento vive in paesi in via di sviluppo. Esistono differenze consistenti anche nell’ambito della stessa regione geografica e addirittura dello stesso paese ma sono attribuibili, secondo gli scienziati sociali, a fattori storici, come l’attività missionaria dell’epoca coloniale. Si tratta di dati in rapida evoluzione, con una crescita notevole degli anni di studio che si può riscontrare praticamente in tutti i gruppi. Ma mentre la popolazione cristiana, quella che ha avuto una crescita minore, è comunque passata dagli 8,9 anni di istruzione formale per il gruppo di età più anziano (55-74 anni) ai 9,9 per il gruppo 25-34, i dati relativi alla popolazione ebraica sono praticamente costanti: si è passati dai 13,4 anni per il gruppo 55-74 ai 13,8 anni per i 25-34. La crescita maggiore, riferita a questo singolo dato, è stata rilevata in Europa, dove i giovani raggiungono 14,8 anni di istruzione formale, contro i 12,5 dei loro nonni. Il livello di istruzione media è molto alto da parecchi decenni, e l’aumento di anni di studio formale fra la generazione più giovane rispetto ai più anziani è molto limitato (0,4 anni) a mostrare come studiare sia parte della tradizione ebraica, anche in paesi dove il dato globale è molto diverso. Notevole a questo proposito l’esempio del Brasile, dove la media nazionale fra i non ebrei è di 6,8 anni di studio, circa la metà del dato riferito alla popolazione ebraica, che completa 12 anni e mezzo di istruzione. I dati della popolazione ebraica mondiale sono molto simili ovunque, in realtà, e nel paese dove il numero di anni di istruzione è minore, il Portogallo, si arriva comunque a 9 anni.
Interessante è anche il dato relativo alle differenze di genere: sia uomini che donne, in media, hanno studiato per 13,4 anni ma, andando a scomporre i numeri relativi ai gruppi d’età si scopre che nella generazione più giovane, in effetti, sono le donne ad aver completato un numero di anni di istruzione formale maggiore, ed è più probabile che abbiamo raggiunto un livello di istruzione più alto, una differenza che arriva ai 12 punti percentuali. Interessante anche un altro dato che si ricava scomponendo le informazioni sia per area geografica che per genere che per età: i giovani ebrei americani maschi è meno probabile che abbiano una laurea di secondo livello rispetto alle generazioni precedenti. La variazione, inoltre, è rilevante: si passa dall’81 per cento al 65 per cento, un dato paragonabile al declino avvenuto fra i giovani maschi statunitensi che non si riconoscono in nessuna affiliazione religiosa, che risulta però minore. Gli analisti del Pew Research Center hanno individuato due possibili ragioni per questo calo: l’aumento in questo gruppo di coloro che si definiscono ebrei ortodossi (gli ebrei ortodossi tendono a completare meno anni di istruzione formale rispetto ai non ortodossi) e il numero degli ebrei ortodossi che completano una laurea di secondo livello che ha subito un calo drastico, passando dal 77 per cento al 37 per cento della generazione più giovane. Si tratta di dati che corrispondono – sottolineano i ricercatori – a coloro che si definiscono ebrei dal punto di vista religioso, e va ricordato che una percentuale rilevante di ebrei americani, circa uno su cinque, dal punto di vista religioso si definisce ateo, agnostico o “nulla di specifico”, nonostante si considerino ebrei da altri punti di vista. Coloro che hanno risposto in questa maniera – e che hanno in media livelli molto alti di istruzione – nella ricerca Pew sono inseriti nel gruppo dei “non affiliati”, che è il secondo più istruito.
All’estremo opposto va rilevato anche che il numero di ebrei che non hanno ricevuto alcuna istruzione formale è calato, dall’1,5 per cento allo 0,5 per cento, con il calo maggiore registrato in America Latina e nell’area caraibica, e in Israele. Il 99% degli ebrei più giovani (25-34 anni) in tutto il mondo ha quindi almeno un livello minimo di istruzione formale, mentre, sempre globalmente, la percentuale della popolazione ebraica che ha raggiunto una laurea di secondo grado è aumentata passando dal 62 per cento fra i più anziani al 63 per cento fra i più giovani. In Europa l’aumento è stato molto più rilevante, così come in Israele. Tornando al già citato gap di genere, è interessante notare come l’aumento degli anni di istruzione femminile sia una tendenza globale: nella popolazione ebraica l’aumento è di circa un anno, in media, nelle tre generazioni studiate, per arrivare a 13,2 anni fra le più anziane, contro i 14,2 anni delle più giovani. Nello stesso periodo i risultati maschili, invece, sono rimasti sostanzialmente stabili, col risultato che nella generazione più giovane le donne hanno in media completato quasi un intero anno di studi in più dei loro colleghi maschi. In Israele la generazione più anziana è in parità, ma le giovani donne hanno superato i loro colleghi, così come è avvenuto in Europa. Il delta aumenta all’aumentare del livello di istruzione analizzato, perché mentre le giovani donne sempre più spesso raggiungono la laurea di secondo livello, i giovani ebrei maschi si stanno muovendo nella direzione opposta – soprattutto a causa delle variazioni del dato per gli Stati Uniti – contribuendo così a invertire il gap di genere, che arriva al 12 per cento per il livello di istruzione superiore. Altro dato positivo è la riduzione del gap tra i giovani ebrei e i giovani musulmani in Israele: le differenze ci sono ancora, ma sono in diminuzione costante.
Ada Treves @atrevesmoked
da Pagine Ebraiche, gennaio 2017
(12 gennaio 2017)