Sala: “Milano difende la MemoriaLe Stolpersteine ne sono il segno”
Gianluigi Banfi, Adele Basevi Lombroso, Dante Coen, Melchiorre De Giuli, Giuseppe Lenzi e Alberto Segre. Sei nomi che dal 19 di gennaio troveranno posto nelle strade di Milano: a loro infatti saranno dedicate le prime Stolperstein, le pietre d’inciampo ideate dall’artista Gunter Demning, a Milano. A presentare a Palazzo Marino il progetto e l’intero calendario delle iniziative dedicate alla Memoria sono stati nelle scorse ore la Testimone della Shoah Liliana Segre e il sindaco di Milano Beppe Sala. “’Milano è memoria’ – ha spiegato il sindaco, in riferimento al titolo del progetto – intende essere una piattaforma in cui confluiranno tutti gli appuntamenti sul tema in città”. “La memoria – ha aggiunto Sala, intervenuto dopo la lettura da parte dell’attrice Franca Nuti di alcuni brani di Testimoni della Shoah – è una sorgente viva, che va alimentata”. Alimentata e valorizzata anche per rispondere e arginare chi, ha spiegato il sindaco riferendosi alla manifestazione neofascista di sabato scorso, si aggrappa con nostalgia “a ideologie deviate. Vorremmo vivere in un mondo libero da insani ricordi ma sappiamo che non è possibile. – le parole del sindaco – Questo non vuol dire che Milano arretrerà di un solo millimetro sul dovere della Memoria”.
Tante le iniziative legate al progetto “Milano è memoria” (che avrà quattro date come punto di riferimento: oltre al 27 gennaio, il 25 aprile, il 9 maggio e il 12 dicembre – queste ultime ricordano le vittime del terrorismo e la strage di piazza Fontana. A queste quattro bisogna poi aggiungere il 6 marzo, ovvero la Giornata dei Giusti e tutte le iniziative connesse), consultabili sul sito del Comune, e tra queste, come si accennava, l’apposizione delle pietre d’inciampo. “Obiettivo ambizioso del Comitato – aveva spiegato Liliana Segre, alla guida del Comitato dedicato al progetto e di cui fanno parte tra gli altri la Comunità ebraica di Milano, la Fondazione Memoriale della Shoah e il Centro di Documentazione ebraica contemporanea – è di posare da 12 a 24 pietre ogni anno per i prossimi cinque anni. Non sufficientemente ambizioso, però, da arrivare a ricordare tutti i caduti”. “L’impegno è rivolto soprattutto a ricordare quelle vittime dell’orrore che non hanno avuto nemmeno la possibilità di trovare sepoltura, una tomba che li ricordi”, ha ricordato Segre durante la conferenza stampa. “Levi nei suoi tremendi versi dice ‘Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case’. Le pietre d’inciampo saranno poste di fronte alle case di chi fu deportato. Anche loro vivevano in tiepide case”, sottolinea la Testimone, prima di essere trascinate nell’orrore dagli aguzzini nazifascisti. E la prima pietra ricorderà con la cerimonia del 19 alle 12.00 in corso Magenta 55 il padre di Liliana, Alberto Segre, ucciso ad Auschwitz.
“È importante che anche a Milano – ha spiegato in un altra occasione l’assessore ala Cultura della Keillah milanese Davide Romano – siamo riusciti a portare le Pietre d’Inciampo, ma questo deve solo essere un primo passo. Ora lavoreremo per fare in modo di coinvolgere il più possibile i milanesi, perché vogliamo che sappiano cosa sono queste Pietre e la Memoria che rappresentano”.
Daniel Reichel
(16 gennaio 2017)