La matita di Kichka e i figli della Shoah
Inaugurata con una giornata ricca di incontri, la mostra “Michel Kichka. La seconda generazione” apre al Museo Ebraico di Bologna il fitto programma di incontri, lezioni, tavole rotonde ed eventi culturali di ogni tipo organizzati in occasione della Giornata della Memoria. Curata dalla direttrice del Meb Vincenza Maugeri e da Caterina Quareni, responsabile della biblioteca e del bookshop del museo, la mostra espone per la prima volta in Italia le tavole del graphic novel in cui Kichka, uno dei maggiori rappresentanti della scena della satira e dell’illustrazione israeliana, racconta una storia molto personale, quella del suo rapporto con la Memoria e con il padre, sopravvissuto alla Shoah. Il trauma della seconda generazione, un fenomeno oramai studiato e oggetto anche di numerose pubblicazioni, condiziona la vita dei figli e ora anche dei nipoti di chi è sopravvissuto al nazifascismo e ai campi di sterminio, e dopo l’apertura istituzionale della giornata – con gli interventi di Guido Ottolenghi, presidente della Fondazione Museo Ebraico di Bologna e Daniele De Paz, presidente della locale Comunità ebraica, una lezione dello storico Claudio Vercelli è stata dedicata proprio a questo tema.
Nel pomeriggio, dopo l’apertura della mostra, è stato Vittorio Giardino, il grande disegnatore bolognese – in dialogo con i giornalisti Guido Vitale e Ada Treves di Pagine Ebraiche – a intervenire in una tavola rotonda intitolata come il graphic novel, ossia “Michel Kichka, quello che non ho detto a mio padre”. Dalla sofferenza dei figli dei sopravvissuti ha lungamente parlato Giardino, che oltre a sottolineare l’impatto avuto su di lui dal graphic novel oggetto della mostra, ha voluto ricordare come il volume Le candele della memoria. I figli dei sopravvissuti dell’Olocausto. Traumi, angosce, terapia di Dina Vardi, pubblicato da Pgreco alcuni anni or sono, sia un riferimento imprescindibile. Un incontro a tutto campo in cui si è parlato dell’importanza e del valore della Memoria, della validità del mezzo usato dall’autore israeliano di origine belga per raccontare una storia non facile, e poi la tecnica e i riferimenti di cui è pieno un volume – pubblicato in Italia da Rizzoli Lizard, che è lettura piacevole ed emozionante, oltre che importante.
(23 gennaio 2017)