Milano – “Sfregio alla pietra d’inciampo,oltraggio alla famiglia e alla città”
Dante Coen abitava in via Plinio 22, a Milano. Nato nel 1910, fu arrestato il 26 luglio 1944 e deportato ad Auschwitz. Fu assassinato a Buchenwald il 4 aprile del 1945, una settimana prima della Liberazione del campo. Per onorarne la memoria giovedì scorso è stata posta una delle prime sei pietre d’inciampo a Milano, sanpientrini ideati dall’artista tedesco Gunter Demning per ricordare le vittime dello sterminio nazifascista. Ma, come hanno raccontato le cronache di queste ore, qualcuno ha deciso di sfregiare quel simbolo di una memoria privata e collettiva, imbrattando di nero la superficie della pietra. “L’abbiamo trovata coperta da una vernice nera la mattina di sabato. Mio marito lo prevedeva, io ero fiduciosa che la città avrebbe avuto rispetto. Lo trovo un oltraggio grave alla memoria di una persona che non c’è più e che non si può difendere. – ha raccontato la figlia di Dante, Ornella Coen, che lavora al Centro di Documentazione ebraica contemporanea di Milano (Cdec) – D’ora in poi vigileremo tutti i giorni perché questo non accada di nuovo. Credo che questo sfregio sia il frutto di un clima brutto in cui negazionismo e antisemitismo hanno ancora molto seguito”. La famiglia non ha una tomba dove poter ricordare Dante Coen, ha ricordato la figlia che non conobbe il padre, deportato quando lei aveva 30 giorni di vita. E per questo la Stolperstein, la pietra d’inciampo di via Plinio ha un significato profondo per Ornella e i suoi cari.
“Un gesto inaccettabile – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala – La memoria viene prima di tutto e Milano non si piegherà mai di fronte a chi vuole cancellare le nostre radici”. Per Davide Romano, assessore alla Cultura della Comunità ebraica milanese e responsabile per la Keillah del progetto Pietre d’inciampo, “questa offesa alla Memoria ci spinge ancor di più a continuare nel progetto delle Stolpersteine. Metteremo sempre più pietre d’inciampo a Milano e costringeremo i negazionisti a ricordare. Saranno loro ad essere cancellati e non la storia”. Romano ha poi sottolineato come vi sia stata subito una risposta positiva della società civile. “Poco dopo la notizia, siamo stati contattati dalla presidente del comitato spontaneo Abruzzi-Piccinni Fabiola Minoletti che ha preso a cuore la questione e garantito che si occuperanno loro in futuro di avere cura della pietra d’inciampo”, spiega Romano, sottolineando che l’impegno è stato poi sottoscritto dal Coordinamento dei Comitati Milanesi.
d.r. @dreichelmoked
(24 gennaio 2017)