Edith e la sfida della testimonianza
Grande partecipazione al Teatro Parenti di Milano per l’omaggio a Edith Bruck, Testimone della Shoah e scrittrice per la Memoria. Organizzato da Paola Mortara della Fondazione Cdec, l’evento si è dipanato tra parole e filmati legati tutti dal filo conduttore delle esperienze di vita di Edith.
La serata, introdotta da Andrée Shammah, ha avuto inizio con la proiezione del film-intervista “Il tatuaggio dell’anima” di Raphael Tobia Vogel, prodotto dal Cdec: una intensa testimonianza sulla sua esperienza di perseguitata e deportata.
A seguire Mortara ha intervistato Bruck. Alcune domande hanno riguardato il “dopo Auschwitz” e la responsabilità individuale rispetto alle tragedie del nostro tempo. Altre hanno messo in luce la sua multiforme attività di giornalista, di autrice di servizi per la televisione, di regista. Ma soprattutto di autrice di libri perché, come ha spiegato, “scrivere mi è necessario come respirare”.
E infatti questo evento è stato anche l’occasione per presentare l’ultimo libro di Edith, “Una rondine sul termosifone” edito da La nave di Teseo. Furio Colombo, definendolo il suo miglior scritto, ne ha parlato come di un romanzo d’amore per il compagno di vita Nelo Risi, da lei accudito amorevolmente mentre la malattia gli spegneva poco per volta la lucidità mentale e la memoria.
Colette Shammah ha letto con intensità alcuni brani del libro che bene hanno reso la poesia del testo. E per unire in un unico omaggio Edith e Nelo Risi, poeta e regista, è stato proiettato, a conclusione della serata il film “Andremo in città” (1966), uno dei primi film italiani sulla Shoah.
(25 gennaio 2017)