Oltremare – Pulizia

fubiniIeri hanno fatto il giro dei social le fotografie postate dal newyorkese che riprende i suoi concittadini mentre cancellano scritte violentemente antisemite dalle superfici per fortuna lucide dell’interno dei vagoni della metropolitana. Su quella metropolitana, la più ripresa in film e videoclip e oggi selfies, ho viaggiato per quasi quattro anni, in ogni direzione, stagione, ora del giorno e della notte. Di tutti i luoghi di Manhattan, è quello in cui più si applicano le regole non dette del puro newyorkese: sguardo nel vuoto o su di un libro (oggi immagino kindle o tablet o cellulare), rispetto dello spazio altrui anche nel treno più affollato, dialoghi a voce controllata, equilibri impossibili di bicchieroni di caffè dall’odore unicamente americano, che non si spandono mai.
Nell’epoca della post-verità, e delle bufale social, non posso sapere quanto attendibile sia il profilo di questo signore che ha postato le fotografie. Ma le immagini, sempre che non siano il copione di una campagna educativa sulla situazione attuale degli estremismi americani (e anche se lo fossero, pazienza), parlano chiarissimo. La scritta nera, traducibile come “ebrei ai forni”, sulla mappa della subway accanto all porta del vagone, e un tizio che la cancella con un fazzolettino, mentre altri viaggiatori lo guardano. In un film americano alla fine della pulitura ci sarebbe stato l’applauso naturale, di sollievo collettivo. Non c’ero, quindi non so se i newyorkesi hanno applaudito. E certo, gli imbrattatori di vagoni di metropolitane non hanno previsto questa svolta nel plot, in cui invece di aspettare che i servizi di pulizia della municipalità facessero il loro dovere, i cittadini hanno tirato fuori dalle borsette salviette igienizzanti e flaconi di qualunque cosa contenente alcohol e li hanno usati per il bene pubblico. Una sottile hubris inattesa, per un popolo così sempre attento a dividere diritti e doveri fra cittadini e amministrazione pubblica.
Ecco, magari questo nuovo corso, e la sgradevole crescita degli atti di razzismo e antisemitismo farà maturare negli americani il desiderio di arrotolarsi le maniche della camicia e occuparsi del proprio futuro.

Daniela Fubini, Tel Aviv (ma prima, New York) Twitter @d_fubini

(6 febbraio 2017)