melamed, scuola 2 – Dalla Montessori al digitale
Per ergonomia cognitiva intendiamo la scienza che studia come modellare gli oggetti tecnologici (preposti all’elaborazione di informazioni) alla mente dell’uomo: il suo obiettivo è sintonizzare la mente umana alla tecnologia nel migliore dei modi. Per fare questo, studia dapprima il funzionamento della mente dal punto di vista delle funzioni cosiddette cognitive (la memoria, la struttura del linguaggio, i processi di ragionamento, le scorciatoie mentali da noi usate, etc.), quindi cerca di adattarvi la tecnologia al meglio.
Le agende elettroniche Un qualsiasi reminder, un’agenda elettronica, vengono incontro ai limiti della mente umana, supportandoci nell’attività del nostro ricordare. I moderni sistemi operativi che troviamo sui nostri telefoni, che ci aiutano e che noi chiamiamo non a caso «intuitivi», sono pensati e progettati seguendo criteri di questo tipo: devono aiutarci nel nostro pensare, fornendoci scorciatoie e accorgimenti che ci aiutino nel nostro lavoro quotidiano.
Il metodo Montessori nella scrittura del bambino Il famoso studio che Maria Montessori fece a proposito dell’acquisizione della scrittura nel bambino, scaturì in un esperimento di ergonomia cognitiva. Sua fu infatti l’invenzione del metodo dell’”alfabetario mobile”, un dispositivo con cui la scienziata dimostrava come l’intelligenza del bambino fosse viva e potente già dalla nascita. Osservando il metodo di insegnamento della scrittura verso bambini in età pre-scolare o appena scolare (quindi dai 3/4 ai 6 anni), si rese conto di come nelle scuole dell’epoca il linguaggio fosse insegnato da zero, come si insegnerebbe a uno straniero la nostra lingua, trascurando quello che il bambino aveva assorbito nell’interazione con la realtà fin dalla nascita.
Alfabetario mobile formato da tessere La Montessori chiamava «assorbente» la mente infantile, tanto assorbente e viva da possedere in sè avanzate cognizioni in termini di linguaggio già da poco dopo la nascita. Decise quindi di costruire un alfabetario formato da delle tessere, ognuna delle quali con una lettera scritta in bella calligrafia sopra. Attraverso l’uso delle tessere, il bambino imparava a combinare le lettere toccandole, mettendole una accanto all’altra, senza soffermarsi sui pesanti esercizi di apprendimento calligrafico, utilizzati all’epoca, che la Montessori riteneva frustranti e confusivi.
Prima la sequenza delle lettere poi si impara la calligrafia Imparando lo spelling delle parole, e riproducendo la sequenza delle lettere sull’alfabetario, il bambino imparava a giocare con le lettere usando un metodo concreto e semplice. L’apprendimento di come scrivere in bella calligrafia le lettere e le rifiniture grammaticali, erano lasciate a uno stadio successivo del processo educativo.
Nel bambino esiste una conoscenza innata L’«alfabetario mobile» di Montessori sortì risultati impressionanti sui bambini delle sue scuole, divertiti nell’apprendimento della scrittura e velocizzati nel farlo. La Montessori riteneva che dentro la mente del bambino ci fosse, dalla nascita, una «nebula» di conoscenze tacite a proposito di come usare la lingua. Queste conoscenze venivano apprese nel corso dell’interazione del bambino con la realtà fin dalla nascita per mezzo dei genitori: si trattava di usare questa conoscenza tacita come piattaforma per apprendere quello che sulla lingua c’era da sapere di più evoluto.
Educazione “dal basso” Questo dispositivo è molto in linea con quello che la famosa educatrice pensava a proposito dell’educazione. La sua idea era quella di lasciare ai bambini la libertà di sperimentare, trovando una propria via verso le proprie soggettive attitudini: sarebbe stato poi compito degli educatori, promuovere la crescita in quella direzione assecondando e raffinando le pulsioni manifestate dal bambino.
Socrate diceva che l’educatore è come un ostetrico Un’educazione quindi promossa «dal basso», sulla scia della famosa immagine prodotta da Socrate dell’educatore come «ostetrico», avente cioè il dovere di far uscire dall’allievo quello che già in sè, naturalmente, era contenuto, senza ignorarlo o inquinarlo con conoscenze erogate «dall’alto».
Il metodo degli anni 40 Negli Anni 40, Montessori divulgava un metodo educativo che oggi trova applicazione nelle scuole di tutto il mondo, e in particolare negli istituti a ispirazione «libertaria». Il suo metodo partiva da una diversa rappresentazione che la scienziata faceva del bambino in sè. Montessori sosteneva che le linee psico-pedagogiche del futuro dovessero essere tracciate su un modello di bambino pensato come detentore di qualità innate e naturalmente tendente a uno sviluppo individuale.
Il modello bastone/carota Dal suo punto di vista, per troppo tempo si era considerata la mente del bambino come una sorta di contenitore vuoto da riempire: era quindi necessario ri-fondare il metodo educativo in modo differente, partendo appunto «dal basso». Consideriamo che gli anni in cui la Montessori lavorava erano caratterizzati da un’attitudine punitiva e militaresca usata nella scuola, sul modello «bastone/carota», con i bambini sottoposti a un regime disciplinare e di indottrinamento che la Montessori criticò con forza.
Una interessante intervista al prof. Raniero Regni, di ruolo a Palermo, a proposito del metodo Montessori e del personaggio, per chi volesse approfondire.
Raffaele Avico per La Stampa
(10 febbraio 2017)