Valeria Fedeli: “Studiare e impegnarsi è l’unica strada”
È durata quasi due ore la visita della ministra all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca alla scuola ebraica di Roma. Giovedì, al Portico d’Ottavia, Valeria Fedeli ha incontrato i vertici della scuola, i rappresentanti dell’ebraismo romano e italiano, e molti di coloro che a vario titolo sono impegnati nel mondo dell’educazione e della formazione. Dopo la visita alla scuola, e dopo aver assistito anche ad alcune lezioni ha voluto concludere con un messaggio chiaro la sua visita: “Studiare e impegnarsi è l’unica strada per essere cittadini del mondo”. Ad accoglierla e ad accompagnarla all’interno dell’istituto la presidente della Comunità romana Ruth Dureghello, la preside delle elementari Milena Pavoncello, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, e i presidenti delle altre tre Comunità dove è attiva una scuola ebraica: Milo Hasbani e Raffaele Besso per Milano, Dario Disegni per Torino, Alessandro Salonichio per Trieste.
Era presenta anche l’assessore UCEI a Scuola, formazione e giovani Livia Ottolenghi e Daniela Debach, che occupa lo stesso ruolo nel consiglio della comunità di Roma, insieme al preside delle scuole ebraiche rav Benedetto Carucci Viterbi e al direttore delle materie ebraiche, rav Roberto Colombo. La ministra accompagnata dal consigliere diplomatico Gianluigi Benedetti, ha dato un segnale importante alle comunità ebraiche italiane, segno tangibile di un’attenzione che non cala e della ferma e precisa volontà di vedere, incontrare, conoscere direttamente la multiforme realtà della bimillenaria minoranza ebraica a partire proprio dai luoghi deputati alla formazione dei più piccoli, i veri garanti del futuro di una comunità piccola nei numeri ma grande nei valori e nelle tradizioni.
Dopo il Viaggio della Memoria (LINK) cui ha partecipato insieme alla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per non dimenticare, ora Valeria Fedeli guarda avanti, e mostra il suo impegno e la sua intenzione di incontrare quelle istituzioni che accolgono e accompagnano la crescita, che educano, formano e sostengono lo sviluppo identitario dei giovani e dei giovanissimi ebrai italiani. Così, dopo la visita alla scuola di Roma, accompagnata dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e alla padrona di casa, la presidente della Comunità di Roma Ruth Dureghello, Valeria Fedeli ha incontrato i presidenti di Milano, Torino e Trieste, ossia di quelle comunità che pur fra mille difficoltà tengono aperta una scuola ebraica. Evidentemente emozionata, accolta dai canti degli allievi e da un caloroso benvenuto della direttrice Milena Pavoncello, la Ministra si è rivolta direttamente ai bambini e ai ragazzi che affollavano il cortile della scuola: “Siete una parte fondamentale del nostro futuro: siete italiane e italiani portatori di valori, di cultura e di storia, siete una componente imprescindibile della società”. Dopo aver assistito a una lezione sui dieci comandamenti, “Seduta in classe tra gli allievi – ha voluto sottolineare – ho sentito la forza di idee e valori e che sono portatori di un messaggio straordinario che coinvolge la comunità tutta. Il riconoscimento del rispetto e del valore dell’altro sono particolarmente importanti nell’avvicinarsi dell’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziste del ’38 e voglio ricordarvi le parole dell’Articolo 3 della nostra Costituzione: ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. Si tratta di un Articolo che va studiato, conosciuto, e che deve diventare parte integrante del lavoro in tutte le classi”. Una visita, questa a Roma, che è solo un primo appuntamento e segna un passaggio importante nel processo di conoscenza e riconoscimento delle scuole ebraiche italiane, un impegno che la ministra Fedeli ha oggi riconosciuto come fondamentale, ribadendo più volte come si tratti di istituzioni che sono parte integrante e fondamentale del tessuto sociale e culturale, un’esperienza, ha concluso, “straordinaria e imprescindibile”.
as, at
(24 febbraio 2017)