melamed – Il teatro e la scuola

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Fosse per me, renderei obbligatoria la pratica del teatro in qualsiasi grado di scuola. È bello fare entrare in risonanza pensieri e immagini dei bambini con le parole, meravigliose, che ci possono donare Omero, Shakespeare o Brecht. Una delle attività che più amo fare con le bambine e i bambini a scuola è il teatro. Sono felice, infatti, quando siamo presi da grande agitazione perché sentiamo la necessità e l’urgenza di costruire insieme uno spettacolo teatrale. Allora l’aria diventa elettrica e tutti ci scaldiamo e sudiamo, cosa che accade raramente a scuola fuori dalla ricreazione.
Mi piace comporre e costruire tutti insieme, in classe, il canovaccio e il copione che darà senso alla nostra rappresentazione, partendo dalle parole emerse nelle nostre tante conversazioni. Spesso poi propongo di intrecciare le loro immagini con frammenti di testi classici, perché è bello fare entrare in risonanza pensieri e immagini dei bambini con le parole, meravigliose, che ci possono donare Omero, Shakespeare o Brecht…
Lo scorso anno, un po’ per scherzo e un po’ sul serio, in un incontro in cui ci confrontavamo sul teatro a Serra San Quirico, nelle Marche, m’è venuto da buttar giù dieci ragioni per le quali, fosse per me, renderei obbligatoria la pratica del teatro in qualsiasi grado di scuola.

Credo infatti sia necessario far teatro:
1. perché non si sta seduti;
2. perché si sta con gli altri e mai da soli;
3. perché il corpo è protagonista della conoscenza tutto intero: devo ascoltare, guardare, stare attento e sentire con tutto me stesso;
4. perché la voce suona e cerca un ritmo, facendoci scoprire il cuore delle narrazioni antiche, in cui tutto era ritmo;
5. perché la voce e il corpo in movimento cercano di creare le condizioni perché chi ascolta stia all’erta;
6. perché si deve stare svegli e attenti tutto il tempo, accorgendoci di ogni cosa accada nello spazio e agli altri;
7. perché si prova a entrare nei panni di un altro, che è l’esperienza di conoscenza emotiva e razionale più bella che si possa fare: somiglia all’amore e vive di eros, che è comunicazione totale;
8. perché nel teatro, quando lo si fa davvero e bene, ciascuno ha un ruolo e le parole ce le si scambia, a differenza della scuola delle lezioni frontali, dove sono sempre gli stessi i padroni della parola;
9. perché è un bellissimo modo per allenarsi ad imparare a memoria testi elaborati insieme o della grande tradizione divertendosi, quasi senza accorgercene;
10. perché il teatro vive nella durata e, per entrare nel gioco e metterci in gioco, dobbiamo ri-petere, cioè domandare, domandare e non smettere mai di domandare.

Franco Lorenzoni per Giuntiscuola.it

(10 marzo 2017)