Oltremare – Silenzio stampa
La settimana che è finita stamattina presto, alle cinque del mattino per essere precisi, passerà alla storia israeliana come la settimana senza servizio pubblico televisivo e radiofonico. Segnata dal silenzio improvviso e un po’ inquietante del canale 1 della televisione, sul cui schermo campeggiava una composizione di spiccato gusto cimiteriale (mancava la candela accesa) “I nostri programmi sono terminati – 1968-2017”. Sia il suo ricordo di benedizione, come diciamo qui. E soprattutto, senza la radio per eccellenza: Reshet Bet, che non avendo uno schermo si è limitata a trasmettere canzoni deprimenti, in stretto stile Yom Hazikaron, per sei giorni consecutivi. A dire la verità, il primo canale della televisione era in crisi da anni e non ricordo di averlo mai guardato se non per sbaglio. Ma Reshet Bet, quella sì era centrale. I dieci minuti di cultura alle sei e cinquanta del mattino, i giornale radio che cadenzavano le giornate ovunque si fosse, e soprattutto a casa o in autobus, dove il guidatore alzava il volume ad ogni ora tonda e i passeggeri si azzittivano impercettibilmente; fino al notiziario di mezzanotte, che davvero chiudeva la giornata. E poi al venerdì mattina, il programma di cultura delle nove da ascoltare con caffè e giornale sul tavolo, nella nostra finta pausa domenicale arretrata di due giorni. Al di là delle necessità propagandistiche del governo che possono avere o meno spinto il servizio pubblico israeliano in fondo al precipizio, la chiusura della IBA, Israel Broadcast Authority era prevista da tempo ma senza una data precisa; la nuova agenzia, che si chiama Kan (“qui”) era pronta a prendere in mano le reti con un passaggio forse meno drammatico di quello che si è prodotto martedì scorso, quando il programma pre-serale ha ricevuto in diretta televisiva la notizia che le trasmissioni finivano quella stessa sera. Ora si tratta di vedere chi fra i giornalisti e tecnici ha fatto il salto in tempo. Oggi sono riprese le trasmissioni e parte il celo/manca.
Daniela Fubini, Tel Aviv
(15 maggio 2017)