Ticketless – Sul confine

alberto cavaglionPer quanto concerne la storia degli ebrei, il libro più intonato al tema scelto per l’edizione 2017 del Salone del libro di Torino, “Oltre il confine”, mi sembra quello di Bruno Segre: Che razza di ebreo sono io (presentato al Salone da Valentina Pisanty e Alberto Saibene). Intanto per il dato incontrovertibile di essere un libro pubblicato oltre confine, per la precisione in Canton Ticino, dove Bruno Segre è stato a lungo insegnante (si segnalano gli eleganti tipi di Casagrande, come sempre). Poi, per il carattere appartato ma combattivo dell’autore, un ebreo irregolare ama definirsi lui, che poi vuol dire “di confine”, ma senza la retorica di molti novecenteschi Elisha ben Abuyah in miniatura. Laurea in filosofia con Banfi, lunga esperienza editoriale alle spalle (simile a quella di Paolo Debenedetti), anima di una delle più belle riviste del dopoguerra, nata nell’alveo dell’esperienza olivettiana”. Un periodico che portava in traduzione il miglior titolo ebraico che si possa immaginare: “Comunità”. Segre ha maturato un suo stile inconfondibile, elegante e preciso: polemista garbato, autoironico. Una voce saggia ed equilibrata che tutti abbiamo sempre ascoltato imparando molto. Il libro è una anomala autobiografia dove si raccontano le battaglie per la pace contro i dogmatismi dei credenti ma anche degli atei devoti. Soprattutto ammirevole la sua lotta per la libertà religiosa, a favore di un’idea “plurale” di ebraismo. Idea sempre tenuta “oltre il confine”.

Alberto Cavaglion

(24 maggio 2017)