Oltremare – Taxi libero
Uno dei primi impatti del viaggiatore in arrivo in Israele con la israeliana immagine di ordine è il delirio collettivo che si propone all’uscita dell’aeroporto quando, dopo lunghe ore di volo, l’ignaro nuovo arrivato scopre che per prendere un taxi deve mettersi in fila con dozzine di altri scampati alla pressante sicurezza del Ben Gurion, e trovare il modo di salire su una macchina bianca con la stessa modalità con la quale si sale su di una ovovia: il salto in lungo. Di norma, famiglie con numeri impossibili di figli e altrettanto improbabili di bagagli occupano disordinatamente quello che sarebbe un marciapiede abbastanza largo, se mai avessimo avuto la ventura di vederlo. La fila bascula e dondola, con passaggi in avanti stile tiro in porta da metà campo da parte di pezzi di famiglie lasciati inopinatamente indietro. Ad un certo punto un tizio che non veste nessuna particolare divisa mette in mano al prossimo fortunato viaggiatore un pezzo di carta che nessuno ha mai saputo decifrare, contenente numeri all’apparenza senza alcun ordine o senso. Con il trofeo in mano è finalmente possibile abbandonare la riva e affidarsi al Caronte di turno, che di solito parla lingue oscure – spesso plurali, ma comunque incomprensibili.
Ora, se questo è poco, da qualche settimana è in atto una piccola rivoluzione, che potrebbe far implodere questo ordine bizantino. La compagnia di taxi che da sempre aveva l’esclusiva sulle partenze dall’aeroporto, messa all’angolo dalla concorrenza (Get Taxi, Uber e altri) sui prezzi, potrebbe smettere di operare dal Ben Gurion. Siccome non oso immaginare una ulteriore aggiunta di entropia, credo che sia il momento di verificare se, rari treni a parte, sia possibile utilizzare altri mezzi per trasportarsi dall’aeroporto fino almeno a Tel Aviv. Vedo male il deltaplano, per via di carenza di pendenza. I monopattini molto popolari in città riescono scomodi con valigia sui 20 chili. Stesso problema con la bici elettrica. Gli elicotteri come trasporto di massa non sono ancora stati proposti. Certo però, un banale autobus di linea sarebbe un’idea geniale.
Daniela Fubini, Tel Aviv
(29 maggio 2017)