Ticketless – L’ottavo giorno
Il nuovo cinema israeliano è un Nuovo Cinema Paradiso. Si prova, con i registi, quello che una ventina di anni fa s’era provato con la scoperta degli scrittori. Oggi il cinema ha più mordente, un tema su cui varrebbe la pena riflettere. “Una settimana e un giorno”, di Asaph Polonsky, è un film come altri che lo hanno preceduto. Costruito sul nulla: si regge sulla bravura di tutti gli attori, a partire dal ragazzino e dalla bambina. Narra l’elaborazione del lutto, ma il contrasto laici-religiosi, centrale in altri giovani registi, qui proprio non fa questione. Vicende analoghe il cinema italiano, negli ultimi due decenni, da “Aprile” di Nanni Moretti in giù, ha tentato di affrontare. Genitori che perdono figli hanno riempito la programmazione, costringendoci (quante volte!) a sopportare il sorriso sempre identico di Margherita Buy. Qui la riflessione sul dolore umano non precipita mai nel sentimentalismo inespressivo. Che forza d’animo per venirne fuori. E, soprattutto, che invidia!
Alberto Cavaglion
(7 giugno 2017)