Qui Bologna – La conferenza Ex Nihilo
I musei e il ruolo delle religioni

20170620_141001Nell’ambito della conferenza “Ex Nihilo – A Zero Conference on Research in the Religious Fields”, organizzata dall’European Academy of Religion 2017, si è svolto stamani il panel promosso dal Meis sul tema “Jewish Museums – The Role of Religion”. All’incontro, coordinato dal direttore del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, Simonetta Della Seta, hanno partecipato Hetty Berg (Jewish Cultural Quarter, Amsterdam), Tania Coen-Uzzielli (The Israel Museum, Jerusalem) e rav Amedeo Spagnoletto (Collegio Rabbinico Italiano e Museo Ebraico di Roma), che hanno illustrato come i rispettivi musei interpretino la religione.
Hetty Berg ha sottolineato che la religione gioca un ruolo importante soprattutto in tre delle cinque sedi del Jewish Cultural Quarter di Amsterdam, ovvero la Sinagoga Portoghese, il Museo di Storia dell’Ebraismo e la sezione dedicata ai bambini. L’obiettivo è quello di far apprendere ai visitatori molti aspetti dell’ebraismo e della vita della comunità ebraica in Olanda, cercando di comunicare come non appartengano al passato, ma continuino a vivere anche nel presente, giorno per giorno.
Nel proprio intervento, rav Amedeo Spagnoletto ha individuato la prima idea di museo ebraico della storia nel passaggio della Torah in cui viene ordinato di raccogliere nell’Arca Santa anche le prime tavole della legge rotte da Mosè, insieme a una porzione di manna, allo scopo di preservare una testimonianza per le generazioni a venire. Se quella di conservare le vestigia del passato per chi verrà dopo è parte del ruolo dei musei ebraici, il loro futuro – secondo rav Spagnoletto – si gioca almeno altrettanto sulla capacità che avranno di interagire con la comunità ebraica.
Simonetta Della Seta ha evidenziato come il MEIS, il cui progetto architettonico si richiama ai cinque libri della Torah, preferisca parlare non di religione ma di vita ebraica, mantenendo uno stretto legame con il presente. È così che il MEIS interpreta la propria mission di promozione del patrimonio dell’ebraismo italiano: proponendo un’esperienza, un percorso conoscitivo dinamico a un pubblico nazionale e internazionale.
Un’ulteriore case history è quella presentata da Coen-Uzzielli, che ha mostrato come l’Israel Museum di Gerusalemme racconti la storia della propria collezione, dunque il dialogo tra le tre religioni monoteiste. Non un museo sulla Bibbia, anche se l’antico testo sacro vi è custodito, ma il luogo di una narrazione che vive della tensione e connessione costante tra passato e presente, tra oggetti rituali e cerimonie religiose, da un lato, e aspetti della quotidianità ebraica (feste di diploma, funerali, l’arruolamento dei ragazzi nell’esercito) che sanciscono l’appartenenza dell’individuo alla società. A fare da ponte tra passato e presente – ha spiegato Coen-Uzzielli –, è l’arte contemporanea, che contribuisce a rendere più accessibili i pezzi tradizionali in esposizione e far rivivere i contesti in cui venivano utilizzati.

dm

(20 giugno 2017)