Warmbier aveva origini ebraiche
Dal governo la richiesta di tacere
Un dettaglio troppo pericoloso da rivelare, almeno fin quando una trattativa per la sua scarcerazione era aperta. Adesso che purtroppo non resta niente da fare, se non piangere una nuova vittima della follia totalitaria di Pyongyang, quel dettaglio è diventato di dominio pubblico.
Otto Warmbier, il giovane studente americano condannato a 15 anni di lavori forzati in Nord Corea, scarcerato mesi dopo in condizioni drammatiche di salute e poi morto poche ore dopo il suo ritorno a casa, aveva origini ebraiche.
A rivelarlo la famiglia, non particolarmente osservante ma comunque attaccata a questa origine. Un attaccamento trasmesso dalla madre ad Otto, che è stato a lungo attivo all’interno del centro ebraico del campus dell’Università della Virginia (a spingerlo in questa direzione un viaggio svolto in Israele nel 2014).
“Una delle persone intellettualmente più curiose che abbia mai conosciuto” l’ha descritto il rabbino Jake Rubin, direttore esecutivo del Brody Jewish Center dell’ateneo, nel corso della cerimonia funebre. “Era spesso da noi, celebrava lo Shabbat e le festività, ha anche condotto un Seder e nel corso dello stesso ha tenuto un intervento sulla sostenibilità ambientale” ha aggiunto il rabbino, intervistato dalla Jewish Telegraphic Agency.
La richiesta di tacere sull’identità ebraica di Warmbier sarebbe arrivata direttamente dal governo degli Stati Uniti.
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(25 giugno 2017)