Oltremare – Estate israeliana

fubiniNuovi segni che l’estate è in effetti arrivata in Israele, a parte la temperatura che al momento comunque fa venire ancora i brividi se paragonata ai caldi estremi in Europa. Primo, le meduse. Che si sa, sembrano innocui sacchetti di plastica svuotati dalla risacca e invece pungono, senza pietà dei nostri polpacci, anche quando stanno per rendere l’anima al creatore e sono sbatacchiate dalla risacca appunto, che è indiscutibilmente il loro angelo della morte. Il filo di perle delle meduse bianche spiaggiate che brillano lungo la sabbia chiara delle coste israeliane è una delle strane bellezze stagionali e passeggere di questo paese. Secondo, si spara. Col pelo sullo stomaco che ormai ha il volume di una pelliccia di visone, osserviamo che, stavolta al nord, sono ripresi scambi di metalli per via aerea con un paese con cui non abbiamo trattati di pace. Che sia Libano o Siria è quasi del tutto irrilevante oramai, perlomeno a terra dove è tempo di raccolto e i pezzi di metallo sono poco estetici e fastidiosi da scansare. Terzo, arrivano a frotte gli assaggiatori di Israele. Dicesi assaggiatori tutti quelli che, come me nella infuocatissima estate 2006, calano in Israele con l’andi dell’assaggiatore della Michelin ma senza il mistero che gira intorno agli originali. Alcuni fluttuano, cercano di imparare tutto su come si vive in Israele facendo un po’ i bohemienne; altri hanno agende fitte come foreste amazzoniche e annaspano nel caldo israeliano cercando di evitare l’aria condizionata e prima imparano a conviverci invece, meglio è. Molti dall’assaggio passano poi al pasto completo, che è una botta calorica non male una volta fatti tutti i passi burocratici e traghettata la famiglia. L’estate è arrivata e gli assaggiatori piovono in tutti i modi possibili nelle mie poste elettroniche, social media, whatsapp, e ognuno si porta una storia, una montagna di dubbi, un mare di aspettative, e noi li accogliamo con collane di meduse: aloha! Metodo israeliano: se le superano, sono dei nostri.

Daniela Fubini, Tel Aviv

(26 giugno 2017)