cinema – Hannah Arendt, un ritratto israeliano
Documentario a tratti più spettacolare di un thriller e racconto cinematografico più profondo di molte lezioni di filosofia, il molto atteso “Vita Activa, lo spirito di Hannah Arendt”, una coproduzione israelo-canadese destinata a lasciare il segno in distribuzione nella stagione culturale che ruota attorno al Giorno della Memoria, restituisce la parola alla filosofa ebrea tedesca perennemente al centro del dibattito culturale. Con il suo reportage dal processo Eichmann scatenò un putiferio negli anni ‘60 coniando il sovversivo concetto di “banalità del male”. E la sua vita privata non è stata meno controversa, a partire dalla relazione giovanile con il filosofo Martin Heidegger, simpatizzante del regime nazista. Il film offre un ritratto intimo e al tempo stesso straordinariamente e solidamente documentato della vita privata e intellettuale della Arendt, attraverso i luoghi dove ha vissuto, lavorato, amato e sofferto, mentre scriveva delle ferite ancora aperte del suo tempo. E un film che, al di là del chiacchierato Heidegger, ha il coraggio di mostrare quanto importante sia stato la la Arendt l’insegnamento del grande filosofo antinazista Karl Jaspers.
Si resta per oltre due ore in compagnia del pensiero immenso della Arendt e con il fiato sospeso. La regista Ada Ushpiz, che ha alle spalle una lunga e prestigiosa militanza nel giornalismo israeliano di qualità, alterna con estrema chiarezza una lettura del complesso lavoro della filosofa con l’analisi di materiale visivo e documentario di estremo valore e in molti casi ancora sconosciuto e inedito. Un vortice di riflessioni e di emozioni che stringono l’attenzione dello spettatore catturandolo inesorabilmente. E una proiezione che non getta luce solo sull’opera fondamentale e controversa della Arendt, ma anche sulle ferite del Novecento, l’identità ebraica contemporanea fra Diaspora e Israele, la Memoria e la responsabilità. Il futuro possibile. Una nuova lezione di professionalità e di cultura della cinematografia israeliana. Uno spettacolo molto forte, ma anche un film da non perdere per capire davvero, al di là dei luoghi comuni e delle rimasticature, da dove veniamo e verso dove possiamo andare.
Pagine Ebraiche, febbraio 2017