Spagna, solidarietà ebraica
“Rimaniamo uniti contro il terrore”

Nella notte sul municipio di Tel Aviv è comparsa la bandiera spagnola. Un segno di solidarietà – ultimo di una lunga serie – arrivato poco dopo la notizia dell’attentato terroristico che ha colpito ieri Barcellona e in cui sono morte 13 persone – tra queste, riportano le cronache, due italiani: di uno di loro la Farnesina ha confermato l’identità e si tratta di Bruno Gulotta – e 100 sono state ferite. Un attacco, rivendicato dall’Isis, a cui ne è seguito un altro nella notte, a Cambrils: nella cittadina a un centinaio di chilometri a sud-ovest di Barcellona cinque terroristi sono stati uccisi dopo avere investito la folla e ferito sette persone. “I nostri cuori e i nostri pensieri sono con il popolo spagnolo in questo momento difficile. Purtroppo in Israele conosciamo l’ansia e il dolore che accompagnano questi attacchi omicidi e comprendiamo pienamente il vostro dolore”, il messaggio del Presidente d’Israele Reuven Rivlin al re Filippo IV di Spagna. “Il terrorismo è terrorismo che colpisca a Barcellona, Parigi, Istanbul o Gerusalemme. Questi atroci eventi – ha sottolineato Rivlin – dimostrano ancora una volta che dobbiamo rimanere uniti nella lotta contro chi cerca di reprimere le libertà individuali e la libertà di pensiero e di fede e che continua a distruggere la vita di così tante persone”. “Israele condanna l’attacco terroristico a Barcellona – le parole del Primo ministro Benjamin Netanyahu diffuse attraverso i social network – A nome dei cittadini d’Israele, mandiamo le condoglianze alle famiglie delle vittime e auguriamo una pronta guarigione ai feriti”. Parlando dell’attentato, il Premier israeliano ha poi affermato che “questa sera abbiamo di nuovo visto come il terrore colpisce ovunque; il mondo civilizzato deve combattere insieme in modo da sconfiggerlo”.
A condannare la violenza dei terroristi che hanno colpito in Spagna, diverse istituzioni dell’ebraismo internazionale, come il World Jewish Congress (Wjc). “I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con le vittime di questo attacco e con le loro famiglie, e con tutti i cittadini di Barcellona”, le parole di Ronald Lauder, presidente del Wjc. “Stiamo monitorando con attenzione e preoccupazione gli eventi e il loro sviluppo – ha spiegato Lauder – e siamo in contatto con la comunità ebraica locale e il suo servizio di sicurezza. Preghiamo che non ci siano più vittime “. Nelle scorse ore la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha ricordato come non siano “purtroppo nuovi i deliri del terrorismo islamico e di tutti coloro che inneggiano a queste innocenti morti. Gli approfondimenti giornalistici, le molte pagine che oggi parlano di Barcellona sui quotidiani, i numerosi spazi di commento televisivo e radiofonico, ci restituiscono un quadro purtroppo già visto e vissuto nel recente ma anche nel remoto passato”. “Al di là del dolore – sottolinea ancora la Presidente dell’Unione – colpisce e pesa la difficoltà incontra dai governi europei a rispondere con efficacia a tali minacce. A comprendere che il linguaggio di risposta non puo essere solo quello del pacifismo. Non si tratta di fatti sporadici, di singoli episodi isolati da un contesto più ampio, ma di una realtà divenuta ormai drammaticamente sistemica. È proprio questa la sfida più grande cui sono chiamate le nostre istituzioni e l’opinione pubblica in questi tempi difficili: prendere consapevolezza della minaccia nel suo insieme e, per chi ne ha la responsabilità, agire di conseguenza”. Una riflessione che trova riscontro nelle parole del presidente dello European Jewish Congress, Moshe Kantor, che ha auspicato che le autorità riescano ad assicurare alla giustizia tutti i responsabili materiali dell’attacco così come chi li ha ispirati. “Hanno scelto di colpire ancora una volta il nostro gusto per la vita e le nostre libertà fondamentali con il loro culto di morte. È sempre più difficile evitare questo uso di veicoli come armi per uccidere”, ha sottolineato Kantor, ribadendo la vicinanza del mondo ebraico al popolo spagnolo.

Daniel Reichel

(18 agosto 2017)