Doikeyt. Noi stiamo qui ora
Le parole del rabbino di Barcellona Meir Bar-Hen pronunciate poco dopo la strage jihadista che ha colpito la Rambla, per quanto forti ed emozionali sono in un certo senso legittime e comprensibili, ciò che forse sfugge è che ad essere sotto attacco non sono soltanto gli ebrei ma qualunque individuo che vive sul territorio europeo senza distinzioni di origini o credo religioso. Bisogna poi constatare che purtroppo non esistono al momento attuale luoghi al mondo totalmente protetti e immuni dagli attentati e dalla minaccia islamista. Neppure lo Stato di Israele, con un livello di intelligence e con misure di sicurezza probabilmente superiori alle nostre, potrebbe rientrare in questa categoria immaginaria. Nel contesto europeo tra l’altro è interessante notare che la Spagna è uno tra i pochi paesi con una popolazione ebraica apparentemente in crescita, considerando che a metà del secolo scorso era quasi inesistente e che grazie all’afflusso di ebrei provenienti dalla Mitteleuropa, dal Sud America e dal Marocco (nonché degli Anusim) ha assistito ad una vera e propria rinascita dell’ebraismo.
La vera scelta infine, pur sempre individuale e condivisibile, è quella di decidere se abbandonare definitivamente un intero continente, sì in crisi ma consustanziale ad ognuno, ad un manipolo di fanatici imbevuti di odio e dei fascio-nazional-populisti di turno, o se continuare a combattere queste derive – finché, e con la speranza che ciò sarà sempre possibile – rifacendo propria la parola “Doikeyt” che riadattata ai tempi va tradotta in “noi stiamo (anche) qui ora!”.
Francesco Moises Bassano
(25 agosto 2017)