…1915-1918
Riflettere sulla cittadinanza e sulle modalità storiche della sua acquisizione è da tempo un tema di grande attualità. Gli ebrei in Italia hanno vissuto questo percorso in maniera travagliata, ottenendo l’emancipazione in forme, modi e tempi differenziati a seconda dei luoghi di residenza, entrando a far parte in maniera ufficiale e giuridicamente attestata della composita nazione italiana per nove decenni, salvo poi venirne espulsi in maniera repentina e vergognosa con la legislazione razzista del 1938 e on quella definitiva del 1943.
La Grande Guerra fu un momento fondamentale nella costruzione delle dinamiche della cittadinanza sia in Italia, sia in Europa, e la minoranza ebraica fu coinvolta in maniera significativa. In tutta Europa, per la prima volta nella storia, gli ebrei si trovano a combattere militarmente (già di per sé un fatto quasi inedito) su fronti contrapposti. Questi i numeri: circa 600.000 soldati ebrei in Russia, 350.000 nell’esercito Austro-ungarico (compresi numerosi triestini e fiumani), 100.000 fra i tedeschi, 50.000 ebrei inglesi, 50.000 francesi, decine di migliaia nell’esercito degli Stati Uniti. In Italia furono circa 5.400 gli ebrei che indossarono la divisa, interpretando il conflitto come l’ultima delle guerre risorgimentali, che consegnava definitivamente anche a loro lo status di cittadini. Le comunità ebraiche e i singoli si adoperano sia nelle organizzazioni che operavano sul territorio, sia creando comitati e tentando di sopperire alle esigenze religiose legate alla tradizione, fornendo cibo e oggetti d’uso per le pratiche rituali (libri di preghiera e arredi).
La mostra realizzata dalla Fondazione CDEC “1915-1918 Ebrei per l’Italia” che verrà inaugurata a Ferrara il 17 settembre prossimo nell’ambito della Festa del Libro Ebraico intende attivare una riflessione sulle principali dinamiche della acquisizione e della perdita della cittadinanza attraverso la lente privilegiata del materiale fotografico relativo al coinvolgimento degli ebrei italiani nella Grande Guerra. Un evento, ma anche un cantiere di lavoro. Un percorso che vedrà in seguito altre tappe espositive (presumibilmente Torino, Trento e Trieste), l’organizzazione di incontri pubblici, presentazioni di libri e convegni sul tema. Una storia ancora in parte da raccontare, un ulteriore spunto di riflessione per connettere la storia del recente passato a temi di grande attualità. Essere cittadini e concittadini è spesso un’esperienza problematica e tortuosa, piena di trabocchetti, false speranze, attese. La vicenda della Grande Guerra sembra essere un terreno privilegiato per leggere e interpretare almeno in parte questo lungo itinerario.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC
(8 settembre 2017)