Oltremare – Pianoforti
Quando si viaggia in treno e in metropolitana in tutto il mondo ormai capita di trovare in un sottopasso, in un passaggio largo, in un punto esposto ma non di troppo fitto passaggio un pianoforte. Spesso colorato, o se non è colorato lui lo è un cerchio a terra nel quale il pianoforte è poggiato. Spesso è suonato da passanti, studenti di musica, qualche volte veri e propri virtuosi che vanno apposta a suonare in luoghi così poco atti alla concentrazione e alla calma che ci vorrebbe per godersi davvero un’opera d’arte. In Israele, il più delle volte o perfino quasi sempre, chi suona quei pianoforti pubblici sono soldati. Vestiti da soldati, abbronzati come soldati e giovani come soldati di leva, quindi fra i 18 e i 21 anni. Il fatto è che i soldati qui si spostano in continuazione via treno o autobus fra base e casa, e chi si avventura nel trasporto pubblico a cavallo del weekend può pensare che il paese sia in allerta militare, a giudicare dal numero delle divise verdi in circolazione. E il fatto è anche che la tradizione delle bande militari composte da giovani di leva che servono per i loro tre anni suonando e cantando per i commilitoni è radicata e forte, e ha prodotto la grande maggioranza dei successi della musica israeliana soprattutto negli anni ’60 e ’70. Il passaggio dal palco impolverato di una base militare nel deserto o in Golan a palchi molto meglio illuminati e da lì alla radio militare Galgalatz (ancora e sempre la radio più ascoltata da tutti, dentro e fuori dai ranghi), è quasi un automatismo per chi ha talento. E se non bastasse quello che passa la radio c’è anche la traccia lasciata nel cinema, dove i film su bande militari sono quasi un genere a sé stante, e sono fra i più amati dal pubblico. Occorre ascoltarli bene, questi pianisti in trasferta, che suonano in divisa fra un treno e l’altro: in un batter d’occhio potrebbero riempire stadi e anfiteatri.
Daniela Fubini, Tel Aviv