Il ‘900 e uno sguardo al futuro,
la testimonianza di Agnes Heller

Filosofa di fama mondiale, massima esponente della Scuola di Budapest ma anche lucida testimone delle violenze naziste sugli ebrei ungheresi, Agnes Heller è stata ospite d’onore della quarta giornata del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica di Roma. In dialogo con Benedetta Tobagi, l’illustre ospite si è soffermata sui punti salienti del suo pensiero e ha offerto una lettura critica dei grandi fatti che hanno toccato l’umanità negli ultimi decenni. In questo primo scorcio di ventunesimo secolo, ma anche nel Novecento. La lezione del passato e uno sguardo al futuro, a quello che ci attende.
Nota in tutto il mondo per la sua teoria dei “bisogni radicali” e per la “rivoluzione della vita quotidiana”, la Heller ha esordito rievocando alcuni episodi della sua giovinezza a confronto con il mostro nazista e le differenze che vi possono essere, nel comportamento dei singoli, quando soli e quando invece costretti a soggiacere a logiche di gruppo. Un discorso valido anche per i totalitarismi e per le grandi devastazioni del Novecento. All’origine di tutte le disgrazie che sono seguite, per la filosofa magiara, vi è la Grande Guerra.
Significativo anche il dialogo che è seguito, tra Edoardo Camurri e Helena Janeczek. Quest’ultima, figlia di sopravvissuti alla Shoah e attenta narratrice di temi legati alla Memoria, alla diversità e all’accoglienza dello straniero, ha presentato il suo ultimo romanzo: La ragazza con la Leica. Pubblicato da Guanda, il libro è dedicato alla fotografa Gerda Taro Pohorylle, compagna di Robert Capa e prima donna morta sul campo durante la guerra civile spagnola nel 1937. Ad aprire il pomeriggio invece un confronto d’altro tenore, su “influenza marrana nella cucina del Lazio”, con la chef Giulia Gallichi Punturello e la storica Serena Di Nepi. Suggestivi gli incroci tra storia, gastronomia e coscienza popolare.

(Nell’immagine Camurri e Janeczek sul palco del festival)

(13 settembre 2017)