JW3

Tobia ZeviCi presentiamo tutti profumati e incravattati, ci hanno invitati a cena nel centro comunitario della comunità ebraica di Londra e non vogliamo farci trovare impreparati. Con la delegazione del World Jewish Congress procediamo in pullman fino a Finchley road, una strada molto trafficata, sopravvivendo al traffico impazzito come di consueto. Quando finalmente arriviamo, belli eleganti, eccoci di fronte a uno spettacolo insolito. Niente muri, reti metalliche, guardiole per la sicurezza. C’è un cortile – a cui si accede se ammessi da una guardia – e poi una grande parete vetrata, attraverso cui si scorge ciò che accade all’interno.
Sembra una quinta teatrale: corsi di aerobica e di Krav Maga, c’è chi prende l’aperitivo e chi siede al ristorante, corsi di lingua e di storia dell’arte. Giovani e anziani, nerovestiti e in ciabatte. Questa trasparenza sorprende il nostro immaginario, quello che ci aspettiamo dalla sede di un’organizzazione ebraica.
Incontriamo Raymond Simonson, Direttore del Centro e tra i fondatori di Limmud. Ci racconta la sua visione e ci descrive le polemiche che accompagnarono ideazione, progetto e costruzione dell’edificio. “Volevamo un luogo aperto anche alla cittadinanza: abbiamo scelto una delle strade più trafficate d’Inghilterra, rifiutando il principio per cui è pericoloso farci conoscere. Nel corso dell’estate abbiamo allestito il cortile sul modello della spiaggia di Tel Aviv, sono intervenuti anche i musulmani del quartiere. E poi abbiamo deciso di pensare il centro come il luogo di tutti gli ebrei: indipendentemente dalla loro appartenenza ortodossa, conservative o riformata, ognuno può venire e seguire l’attività che più lo interessa o frequentare lo spazio che più gli piace”. Si chiama JW3 (Jewish Community Center London), dal codice postale della zona. Se passate per Londra, fateci un salto.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
twitter @tobiazevi

(19 settembre 2017)